(ANSA) - TREVISO, 21 OTT - La Procura di Treviso ha concluso
le indagini preliminari condotte dalla Guardia di Finanza nei
confronti di due imprenditori della provincia, che avrebbero
portato al fallimento una catena di negozi di abbigliamento con
un volume d'affari annuo di circa 2 milioni di euro, 20
dipendenti e 11 punti di vendita distribuiti tra le province di
Treviso, Trieste, Udine, Gorizia e Reggio Emilia, indagati per
bancarotta fraudolenta patrimoniale.
Le indagini hanno avuto origine dal fallimento della società,
dichiarato nel corso del 2020 dal Tribunale
di Treviso, intervenuto su istanza dell'Agenzia delle Entrate,
dopo che l'impresa era stata trasferita in provincia di Foggia
per far perdere le proprie tracce dai luoghi in cui aveva sempre
operato fin dalla costituzione, risalente al 2011.
L'azienda era in dissesto almeno dal 2014 a causa del mancato
pagamento di debiti tributari e contributivi pari a 250mila
euro. Agli indagati viene contestato l'aumento del volume dei
debiti da 1,3 a 2,4 milioni tra 2014 e 2020, senza chiedere
l'ammissione agli strumenti di risoluzione della crisi
aziendale; sono inoltre accusati di distrazioni patrimoniali per
1,1 milioni, con un costante drenaggio di risorse finanziarie,
con numerosi pagamenti in favore di altre società da loro
gestite. (ANSA).
Due indagati per bancarotta di una catena di abbigliamento
Secondo la Gdf di Treviso il fallimento fu 'pilotato'