Veneto

'Responsabili di genocidio', un hotel rifiuta clienti di Israele

Non accetta un gruppo di turisti sulle Dolomiti

Una veduta esterna dell'Hotel Garni Ongaro a Selva di Cadore (Belluno) (Booking.com)

Redazione Ansa

   Per la seconda volta in pochi mesi, dopo un episodio analogo registrato lo scorso luglio, da una struttura ricettiva del Cadore giunge un messaggio di rifiuto all'accoglienza di turisti israeliani. Nello spazio del portale di Booking.com riservato ai singoli utenti il gestore dell'Hotel Garni Ongaro, di Selva di Cadore (Belluno), ha informato la clientela di non gradire la presenza di rappresentanti del popolo israeliano "in quanto responsabili del genocidio. Pertanto, se desideri cancellare la tua prenotazione, sarai felice di farlo e noi saremo lieti di concederti la cancellazione gratuita".

In questo modo, dunque, pochi giorni fa, è stata rifiutata l'ospitalità ad un gruppo di viaggiatori intenzionati a trascorrere una vacanza sulle Alpi venete. L'episodio è stato reso noto dal sito della comunità ebraica di Milano Bet Magazine Mosaico.

Contattata dall'ANSA, la struttura non ha voluto fornire spiegazioni. E' stato anche diffuso un presunto messaggio del gestore dell'albergo, Patrick Ongaro, su un proprio profilo social - che tuttavia risulta privato - conferma la sua decisione di non accogliere clienti israeliani.

La scorsa estate un episodio simile aveva coinvolto un proprietario di case per vacanze di San Vito di Cadore (Belluno), relativamente ad una prenotazione su Airbnb per un appartamento da parte di una famiglia ebraica di cinque persone. In quel caso la risposta ricevuta dai turisti, in caratteri ebraici, fu "potete restare nei forni a gas", almeno secondo quanto riportò allora il sito israeliano Ynet. In seguito l'host bellunese si giustificò spiegando che quell'espressione era dovuta probabilmente ad una cattiva traduzione di una risposta data ad altri clienti relativamente al funzionamento di una stufa a gas, ma Airbnb sospese ugualmente il cliente dal servizio.

Sull'episodio è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, invitando a non commettere mai lo sbaglio di "confondere i popoli con i loro governanti e con gli errori degli Stati. Ciò vale per gli israeliani come per i palestinesi".

Ciambetti ha poi sottolineato come "nessuno identifichi il popolo afghano con i Talebani né il popolo iraniano con l'oscurantismo dell'estremismo religioso degli ayatollah e via dicendo. Qui a Venezia ebbi l'onore di incontrare di persona Shimon Peres - ha quindi aggiunto - uomo che credeva nella pace e che voleva la pace: credeva in due nazioni e due Stati per gli israeliani e i palestinesi e questo obiettivo mi sembra ancora oggi l'unico realistico e possibile". Per il presidente dell'assemblea regionale, infine, è necessario "non confondere questi gestori con il sistema dell'accoglienza e ospitalità di Selva di Cadore, e dell'intero Veneto, che è di ben altra pasta e lungimiranza". 

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