Veneto

Mostra con protagonisti trevigiani di design e architettura

Dallo Iuav di Venezia, Davanzo, Musini, Gemin, Bandiera, Facchin

Redazione Ansa

(ANSA) - TREVISO, 28 NOV - Treviso dedica una mostra per ricordare i protagonisti dell'architettura e del design della Marca degli ultimi 60 anni accomunati dalla formazione in quella fucina straordinaria che fu lo Iuav di Venezia, con alcuni dei Maestri italiani nel corpo docente - Ignazio Gardella, Bruno Zevi, Giuseppe Samonà, Egle Trincanato e Carlo Scarpa, e da archistar come Frank L.Wright, Le Corbusier e Louis I. Kahn.
    "Differenti con metodo. Architetti e designer dallo Iuav: opere dal 1960 al 1990", promossa da [e]DesignFestival, è al Museo Bailo a Treviso (30 novembre- 23 febbraio) porta a ricordare i progetti ma anche le personalità e le riflessioni di Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo e Livia Musini, Vittorio Rossi, Marilena Boccato e Gian Nicola Gigante, Roberto Pamio, Paolo Bandiera e Umberto Facchini che hanno lasciato un segno nel panorama artistico e culturale italiano e nella trasformazione del tessuto urbano veneto e trevigiano, nel dopoguerra e negli anni del boom economico, accomunati tutti dalla formazione universitaria allo Iuav. Attraverso foto e documenti d'epoca, schizzi, disegni e progetti originali, ma anche oggetti iconici, opere personali si rievoca quel clima pionieristico ed effervescente. Il periodo storico ripercorso nelle opere e nei ricordi degli architetti selezionati (1960-1990). L'allestimento è stato pensato per aree tematiche - La formazione a Venezia, Le architetture, Il design, Gli interessi collaterali - nelle quali saranno presenti contemporaneamente gli architetti/designer e i loro progetti e interessi. La mostra ci accompagnerà a riscoprire alcuni progetti dei protagonisti della scena trevigiana, come il Complesso Mulinetto a Treviso opera di Gemin, le ville o gli interventi come paesaggista di Livia Musini, tutti interventi in cui troviamo la cura del disegno, del dettaglio, dell'uso sapiente dei materiali e del colore che diventano momenti espressivi ed emozionali. Emergono, tra l'altro, anche le passioni personali, per scoprire i lati meno noti o "ufficiali" di questi artisti: la scrittura di libri gialli cui si dedica negli ultimi anni di vita Giuseppe Davanzo (che dedicò una sedia alla figlia Serena, mentre la moglie Livia ne creò una ispirata dall'altra figlia Martina) , l'attività di pittore che Gian Nicola Gigante non abbandona mai, la passione fotografica di Facchini, Davanzo e Rossi, i vetri di Carlo Scarpa collezionati da Gemin e gli oggetti liberty di Vittorio Rossi. (ANSA).
   

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