"Ha fatto bene Turetta a uccidere Cecchettin. Andrò in galera sorridendo, ma ti faccio fuori".
La vicenda arriva da Verona, dove il gip del Tribunale, accogliendo la richiesta della Procura, ha trasformato in un'ordinanza agli arresti domiciliari un precedente provvedimento di divieto di avvicinamento alla donna, che l'uomo - pur con il braccialetto elettronico - continuava a non rispettare.
La donna, udita questa frase e temendo per la sua vita, si è rivolta alla polizia denunciando il 40enne. Una storia di maltrattamenti, vessazioni, violenze sessuali e condotte umilianti che la donna aveva subito a partire dal 2022, proseguita fino all'estate scorsa. Non solo: agli agenti della polizia la vittima ha riferito anche di percosse subite con cadenza quasi giornaliera, spesso dopo che il 40enne scopriva, controllandole il telefonino, se aveva fatto o ricevuto una chiamata. L'uomo controllava gli spostamenti della ex con specifiche app installate sul cellulare della donna. Quando lei ha tentato di ribellarsi a questo stato di cose, si è sentita apostrofare anche così: "Ha fatto bene Turretta a uccidere la Cecchettin. Andrò in galera sorridendo, ma ti faccio fuori".
Alla donna il 40enne aveva vietato di frequentare gli amici, i genitori e le aveva anche imposto di lasciare il lavoro. In questo stato di totale prostrazione, la donna ha subito continui abusi e violenze. Fino a quando lo scorso luglio il Gip di Verona aveva emesso contro l'indagato l'ordinanza del divieto di avvicinamento, con distanza minima di 500 metri ai luoghi frequentati dalla vittima, applicando contestualmente la misura del braccialetto elettronico. Nonostante questo il violento è riuscito ad avvicinare la compagna più volte, cercando di riprendere la relazione con promesse di "una vita migliore, una casa, una famiglia".
Lusinghe che avevano quasi convinto la donna, che aveva accettato di trascorre con lui un breve soggiorno in un b&b. Ma è stato solo l'epilogo dell'ennesima violenza: la vittima è stata costretta ad assumere alcolici e farmaci, ed abusata sessualmente. Sconvolta, la donna ha deciso infine di chiamare un numero di emergenza per le violenze, ed è stata soccorsa e portata in ospedale. Il suo aguzzino, quasi contestualmente, è finito davanti ai magistrati per aver violato il divieto di avvicinamento, e poco dopo è finito agli arresti domiciliari.