Veneto

Sanità Veneto: nuovo database per il servizio trasfusionale

Metterà in rete le aziende sanitarie della Regione

Redazione Ansa

(ANSA) - VICENZA, 13 GIU - Il Veneto avrà un nuovo sistema informatico per il servizio trasfusionale: inaugurato dalle Ulss 7 Pedemontana e 8 Berica, a regime metterà in rete tutte le aziende socio-sanitarie della Regione.
    In concreto, si tratta di un database unico, all'interno del quale confluiranno i dati di pazienti e donatori di tutto il territorio regionale, a cui potranno accedere tutte le strutture sanitarie pubbliche del Veneto. È il frutto di 10 mesi di lavoro, destinato a concludersi entro il 2025, grazie a un finanziamento di oltre 3,5 milioni di euro provenienti dal Pnrr.
    Per il direttore generale dell'Ulss 8, Patrizia Simionato, si tratta di "un risultato importante, soprattutto in un'ottica di sistema per ciò che sarà possibile una volta ultimata la messa in rete di tutte le aziende". Le fa eco il dg di Ulss 7, Carlo Bramezza, che sottolinea l'importanza, per la realizzazione del progetto, della stretta collaborazione tra le aziende socio-sanitarie vicentine.
    I vantaggi del nuovo sistema "sono enormi", spiega Francesco Fiorin, direttore del dipartimento interaziendale di Medicina Trasfusionale di Vicenza, in particolare "per quanto riguarda l'attività clinica: per ogni paziente che dovesse essere ricoverato in un ospedale del Veneto al di fuori della propria Ulss di appartenenza - puntualizza - i medici potranno avere direttamente accesso alla sua storia trasfusionale, dunque sapere se in passato ha avuto reazioni avverse alle trasfusioni o se ha necessità particolari, mentre ora queste informazioni devono essere recuperate telefonicamente".
    Per Patrizia Dragone, direttore dell'U.O.C. Medicina Trasfusionale di Ulss 7, si tratta di un "passaggio che potremmo definire 'epocale', perché costituisce lo step fondamentale per la realizzazione di una vera rete trasfusionale regionale". In prospettiva, aggiunge, 'l'integrazione tra i diversi centri ottimizzerà l'erogazione della terapia trasfusionale rendendola più semplice e sicura, e favorirà la movimentazione dei donatori, rendendo possibile la donazione non solo dove risiedono ma anche dove lavorano o studiano". (ANSA).
   

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