Veneto

Sanità Veneto: nel 2024 raccolte quasi 3mila cornee

Tessuti processati dalla Fondazione Banca degli Occhi del Veneto

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 19 GIU - Il dono delle cornee parte negli ospedali del Veneto, arriva in banca degli occhi, e da lì riparte verso oltre 200 ospedali italiani e 23 strutture europee per ridare la vista. Nel 2023, Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, organizzazione non profit veneziana responsabile della raccolta e processazione dei tessuti oculari, aveva raggiunto numeri importanti: 3.501 donatori (+12% sull'anno precedente), 6.659 cornee raccolte, 4.335 tessuti inviati per trapianto di cornea (+14,6%).
    E il 2024 finora non è da meno: nei primi cinque mesi di quest'anno, da gennaio a maggio, in Veneto sono state donate 2.236 cornee e 669 dalle altre regioni italiane convenzionate.
    Grazie al dono, sono stati 1.909 i trapianti realizzati in totale, di cui 500 in Veneto, 866 nelle altre regioni italiane e 543 nei centri esteri convenzionati.
    La fondazione, negli anni, è divenuta punto di riferimento anche per Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Basilicata, Puglia, Sardegna e Sicilia. È da questi territori, ma soprattutto dal Veneto, che il dono delle cornee prende vita per giungere in banca, dove da ogni tessuto viene prevalentemente isolato lo strato della cornea che potrà essere più utile al paziente, per poi arrivare nelle sale operatorie dei reparti di oculistica nelle mani dei chirurghi oftalmologi per trapianti divenuti negli anni sempre più esperti ed innovativi.
    "Il nostro lavoro è radicalmente cambiato - spiega il direttore sanitario della fondazione, Diego Ponzin -: alla selezione dei tessuti si è aggiunta la delicata fase della 'personalizzazione' sull'occhio del paziente e della preparazione pre-operatoria, secondo tecniche che sono sempre più richieste anche dall'estero".
    L'attività della fondazione conta anche di una fitta rete di rapporti con una ventina di strutture estere convenzionate, "con le quali ci rapportiamo attraverso specifici accordi e in collaborazione con le rispettive autorità competenti in materia di trapianti", spiega Gary Jones, responsabile delle relazioni internazionali della fondazione. La priorità, chiarisce, "va sempre alle richieste del nostro territorio, ma quando possiamo rispondiamo anche alla necessità di tessuti che arriva dall'estero". (ANSA).
   

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