Veneto

Sanità Veneto: premio per lo studio sulle febbri sconosciute

È stato ottenuto dalla Medicina Generale di San Bonifacio

Redazione Ansa

(ANSA) - VERONA, 24 GIU - La Medicina Generale dell'ospedale di San Bonifacio (Verona), diretta dalla dottoressa Sara Lombardi, ha conseguito un prestigioso premio a livello nazionale. È risultata infatti uno dei migliori centri di ricerca partecipanti al "Registro italiano delle febbri di origine sconosciuta". L'unità operativa complessa si è classificata al quinto posto in una graduatoria stilata da un'apposita commissione di grande rilevanza scientifica nel panorama delle società di Medicina interna in Italia.
    Il premio, consegnato a Rimini durante la cerimonia conclusiva del congresso nazionale Fadoi (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), è stato assegnato "per il costante impegno, il numero dei pazienti arruolati e la qualità dei dati raccolti da parte dell'Unità Operativa dell'Ulss 9 nello studio sulle febbri sconosciute".
    Si tratta di una patologia rara ma con rilevante morbilità, complessità diagnostica e alti costi sanitari. Nello studio sono stati registrati i casi con "quadro clinico caratterizzato dalla presenza di febbre riscontrata in più occasioni per una lasso di tempo superiore a tre settimane, con difficoltà nel porre una diagnosi nonostante una serie di accertamenti effettuati in regime di degenza per almeno tre giorni o in regime ambulatoriale dopo almeno tre visite", spiegano dall'azienda sanitaria.
    Lo studio, coordinato inizialmente dal dottor Andrea Tedesco e successivamente portato a termine dalla dottoressa Maria Elena Bortolotti, è stato condotto dal 2019 al 2023, con prolungamento a causa della pandemia. I pazienti arruolati nello studio sono stati seguiti in regime di ricovero e, successivamente, con un follow-up a sei mesi. "È motivo di orgoglio - spiega Lombardi - che sia stato riconosciuto l'impegno costante della nostra équipe in un periodo storico così critico per la realtà ospedaliera pubblica, non solo nel fornire al meglio le cure ai pazienti ma anche nella partecipazione a iniziative nazionali volte a migliorare l'iter diagnostico e, soprattutto, la cura di tutti i pazienti". (ANSA).
   

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