Veneto

Sanità Veneto: rimosso tumore che impediva a paziente di mangiare

Innovativo intervento di 20 ore allo Iov di Castelfranco Veneto

Redazione Ansa

(ANSA) - CASTELFRANCO VENETO, 23 SET - Ancora un intervento all'avanguardia, di alta organizzazione e tecnologia allo IOV di Castelfranco Veneto, dopo l'operazione chirurgica durata più di 20 ore per trattare un complesso tumore all'intestino. Questa volta una neoplasia duodenale che determinava l'occlusione completa, e che quindi impediva completamente che il paziente potesse alimentarsi, è stata trattata con successo grazie a un innovativo sistema endoscopico che ha consentito di creare un collegamento tra stomaco e piccolo intestino (gastro-enteroanastomosi) sotto guida Ecoendoscopica.
    La tecnica innovativa è stata eseguita dal dottor Alberto Fantin, direttore della Gastroenterologia dello IOV, e dalla dottoressa Caterina Stornello in collaborazione con medici della Chirurgia. Il paziente ora ha ripreso l'alimentazione senza problemi. Il metodo di intervento adottato è di recente introduzione e viene praticato da pochi centri in Italia. I chirurghi spiegano che l'operazione "viene eseguita in corso di Ecoendoscopia con la quale si inserisce un nuovo tipo di protesi che determina il collegamento tra stomaco e piccolo intestino consentendo di evitare l'intervento chirurgico.
    "Rispetto alle altre alternative presenti attualmente, rappresentate dallo stent endoscopico e la gastroenteroanastomosi chirurgica, - spiega Fantin - la procedura endoscopica è associata a una minore possibilità di crescita del tumore o di migrazione dello stent, migliorando così la pervietà dello stent e riducendo la necessità di intervenire di nuovo. Il posizionamento non chirurgico dell'EUS-GE lo rende un'opzione alternativa interessante".
    "Questi interventi dimostrano che questa è la strada giusta - dice il dg dello Iov-Ircss, Maria Giuseppina Bonavina - Stiamo investendo nelle nostre sedi in Veneto per essere più vicini alle esigenze delle comunità del territorio in modo che i nostri pazienti, che già devono affrontare disagi per la malattia, non abbiamo carichi anche per gli spostamenti e la distanza con i medici specialisti" (ANSA).
   

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