Per riuscire a ridurre i rifiuti e completare il ciclo dell'economia circolare per quanto riguarda la plastica, bisogna 'spingere' sul riciclo chimico che permette di riportare gli oggetti quasi allo stato di materia prima che può essere riutilizzata. E' quanto è emerso dal convegno 'Rivoluzione plastica', oggi alla Camera.
Al momento, ha spiegato il direttore generale dell'Ispra Alessandro Bratti, il 23% della plastica finisce in discarica, il 42% al riciclo mentre il resto viene usato per produrre energia. L'obiettivo di 'zero discarica' entro il 2030 potrebbe essere raggiunto se il 17,5% di questo materiale viene riciclato in maniera chimica una volta raggiunto il fine vita. "L'ipotesi aggiuntiva del riciclo chimico - ha spiegato - potrà ridurre sensibilmente il recupero termico e complementare il riciclo meccanico per il raggiungimento degli obiettivi comunitari".
La tecnologia, ha spiegato Massimo Covezzi, presidente della sezione italiana di PlasticsEurope, l'associazione dei produttori, già esiste: "Ce ne sono diversi tipi in altri paesi già si usano ma ci sono aziende importanti che lavorano per migliorare queste tecnologie anche in Italia. La possibilità c'è, dobbiamo prendere le decisioni e trovare le risorse per farlo".
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