L'affermazione di Elettricità futura,
l'associazione delle imprese italiane delle rinnovabili, secondo
la quale sarebbe possibile installare in tre anni in Italia
impianti per 60 gigawatt, "non è credibile" perché pannelli e
pale eoliche "sono solo un terzo della soluzione. Poi serve una
rete che gestisca la corrente, e grosse batterie o bacini idrici
per immagazzinarla, visto che le rinnovabili non hanno una
produzione costante". Lo ha detto stamani il ministro della
Transizione ecologica, Roberto Cingolani, intervenendo al
convegno "Tecnologia e nuovo umanesimo" di PwC e Gedi.
"Io ho ricevuto 2 o 3 volte il presidente dell'associazione
(Elettricità futura, n.d.r.) - ha detto Cingolani -. La loro
richiesta era fare un commissario, cosa che non ha nessun senso,
saltando tutti i processi autorizzativi, tranne quelli che
possono avere impatto penale. E questa cosa non si può fare".
Il ministro ha espresso perplessità sulla affermazione delle
imprese di poter installare 60 GW in tre anni, "a fronte del
piano di Macron che ne prevede 100 in 10 anni o del nostro che
ne prevede 70 in nove anni". Inoltre, "questi 60 GW
insisterebbero sempre negli stessi posti, dove ci sono sole e
vento (nel Sud, ndr). Ammesso che si facciano in tre anni, poi
vanno a caricare la rete in certi punti, ma l'energia serve in
altre aree del paese (a Nord, ndr)". "La rete va adeguata", ha
commentato il ministro.
Poi, ha proseguito Cingolani, "servono gli accumuli.
Fotovoltaico ed eolico producono 1.500 ore all'anno, ma in un
anno ci sono 8.600 ore. Bisogna mettere gli accumulatori, ma
questi costano 300 euro al kilowattora".
"Queste cose non si fanno in un giorno - ha concluso il
ministro -. Io posso installare 60 GW di pale e pannelli, ma per
utilizzarli nel distretto industriale della Brianza, dopo che
sono stati prodotti in Sicilia, richiede un'infrastruttura.
Stiamo investendo 4,5 miliardi nella rete. Io ho parlato con
Confindustria e con gli operatori di rete, non sono solo io a
dire che questo numero di 60 gigawatt in tre anni non è
credibile".
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