(ANSA) - ROMA, 8 APR - "Costruire un'economia diversa non
solo è possibile, ma è l'unica via che abbiamo per salvarci e
per essere all'altezza del nostro compito nel mondo". Lo
affermano i vescovi italiani nel Messaggio per la festa del
Primo Maggio, sul tema "Il lavoro in un'economia sostenibile".
"Per ridare forza e dignità al lavoro", vi si legge,
"dobbiamo curare la ferita dei nostri profondi divari
territoriali. Non esiste una sola Italia del lavoro, ma 'diverse
Italie', con regioni e zone vicine alla piena occupazione - dove
il problema diventa spesso quello di umanizzare il lavoro,
vivendo il riposo della festa - e regioni dove il lavoro manca e
costringe molti a migrare".
"Dobbiamo altresì avere il coraggio - prosegue il Messaggio -
di guardare alla schizofrenia del nostro atteggiamento verso i
nostri fratelli migranti: sono sfruttati come forma quasi unica
di manovalanza, a condizioni di lavoro non dignitose in molte
aree del Paese".
I presuli italiani sottolineano che "l'emergenza sanitaria
porta con sé una nuova emergenza economica". "Nulla sarà come
prima per le famiglie che hanno subito perdite umane - osservano
-. Nulla sarà come prima per chi è stremato dai sacrifici in
quanto operatore sanitario. Nulla sarà come prima anche per il
mondo del lavoro, che ha prima rallentato e poi ha visto
fermarsi la propria attività. Già si contano danni importanti,
soprattutto per gli imprenditori che in questi anni hanno
investito per creare lavoro e si trovano ora sulle spalle
ingenti debiti e grandi punti interrogativi circa il futuro
della loro azienda".
"Nulla sarà come prima - incalzano - per i settori che sono
andati in sofferenza e vivono l'incertezza del domani: si pensi
al turismo, ai trasporti e alla ristorazione, al mondo della
cooperazione e del Terzo settore, a tutta la filiera
dell'agricoltura e del settore zootecnico, alle ditte che
organizzano eventi, al comparto della cultura, alle piccole e
medie imprese che devono competere a livello globale e si vedono
costrette a chiusure forzate, senza poter rispondere alla
domanda di beni e servizi. Giorno dopo giorno, ora dopo ora,
comprendiamo il serio rischio che grava su molti lavoratori e
molte lavoratrici".
"Nulla sarà come prima - aggiunge il Messaggio - per tutte
le realtà del Terzo settore e particolarmente quelle afferenti
al mondo ecclesiale. Già in queste settimane abbiamo registrato
gravi difficoltà nel sostenere gli oneri economici di queste
imprese (scuole paritarie, case di riposo, cooperative
sociali...), soprattutto nei confronti di coloro che vi
lavorano. Per altro, non avendo finalità di lucro, le loro
attività si svolgono, in gran parte, con margini di sicurezza
economica molto ridotti. Non solo i prossimi mesi, ma il loro
stesso futuro, rischia di essere pregiudicato".
"È con questa preoccupazione nel cuore che ci apprestiamo a
celebrare la Festa del Primo Maggio di quest'anno", osservano i
vescovi, per i quali "in un sistema che - quando mette al centro
l'esclusivo benessere dei consumatori e la crescita dei profitti
delle imprese - è già problematico per sua natura, la crisi
sanitaria e quella economica gravano sensibilmente sulla qualità
e sulla dignità del lavoro". "Si generano purtroppo una quantità
rilevante di persone 'scartate'", mettono in guardia, mentre "le
dimensioni del problema non sono più percepibili correttamente
con le tradizionali statistiche di occupazione e disoccupazione,
perché il lavoro anche quando non manca, spesso è precario,
povero, temporaneo, lontano da quei quattro attributi definiti
da papa Francesco: libero, creativo, partecipativo, solidale".
"Già prima dell'emergenza del CoVid-19", concludono, si è
assistito a "un continuo susseguirsi di emergenze sul fronte del
lavoro e dei cambiamenti climatici. Si tratta di emergenze
correlate, al punto che in alcuni casi (come per l'ex Ilva di
Taranto) prospettano l'ingiusto dilemma di dover sacrificare un
problema per cercare di risolvere l'altro". In realtà, "quello
che l'attualità ci sta chiedendo di affrontare, senza ulteriori
ritardi o esitazioni, è una transizione verso un modello capace
di coniugare la creazione di valore economico con la dignità del
lavoro e la soluzione dei problemi ambientali (riscaldamento
globale, smaltimento dei rifiuti, inquinamento)".(ANSA).