(ANSA) - ROMA, 03 AGO - Un rudimentale sito di ecommerce in
dieci giorni, nel pieno dell'emergenza Coronavirus, in meno di
un mese un negozio on line strutturato con spedizioni in tutta
Italia e, all'inizio della fase 3, versioni in inglese e in
francese, per vendere anche all'estero i prodotti tipici
maremmani. "Una singola azienda non riuscirebbe ad avere
successo in un progetto così, se fosse da sola", racconta
l'imprenditrice agricola italoamericana Ariane Lotti,
ripercorrendo come un gruppo di otto produttori locali ha deciso
di mettersi insieme e aprire il sito Maremma a domicilio.
"Era la metà di marzo la gente non usciva più di casa. Ci è
venuto in mente: proviamo a vedere se mettendo insieme i nostri
prodotti possiamo avere un'offerta abbastanza interessante per
giustificare logistica e costi di consegna a domicilio", ricorda
Ariane, che è una delle protagoniste del progetto
#AgrifoodPerRipartire del segretariato italiano di Prima (Santa
Chiara Lab - Università di Siena).
Un primo sito molto semplice era on line dopo dieci giorni
di riunioni su Zoom e, grazie al passaparola, sono iniziati ad
arrivare i primi ordini, ma l'organizzazione era "macchinosa".
"C'era tutta la logistica da seguire, e ognuno di noi - spiega
l'imprenditrice - aveva un giorno della settimana in cui fare
supporto ai clienti, gestione degli ordini e spedizioni". Poi i
fondatori hanno deciso di affidarsi a professionisti per creare
una piattaforma strutturata e, a giugno, per tradurre il sito in
altre lingue.
All'inizio la consegna era gratuita nella provincia di
Grosseto e il 10% del fatturato veniva donato alla Croce rossa.
Gli ordini hanno raggiunto un picco di circa cento a settimana
poi, con la fine del lockdown e l'inizio delle partenze per le
ferie, si sono molto ridotti. "Abbiamo deciso di rallentare la
promozione del sito in estate, per essere pronti a settembre
quando la gente rientrerà", dice ancora Ariane spiegando che, in
autunno, prevede di rilanciare anche sul mercato inglese a
partire da Londra.
La forza dell'iniziativa è nella rete tra le aziende,
secondo Ariane, che si è trasferita sei anni fa da New York a
Principina (Grosseto), per dare un futuro sostenibile
all'azienda di famiglia, Tenuta San Carlo, 480 ettari dove
produce soprattutto riso biologico e ha un agriturismo.
"Lavoravo in ambito agricolo anche negli Stati Uniti - racconta
- e avevo visto modelli di rete funzionare. Quando sono arrivata
qua, ho cercato quasi subito di fare rete. C'è voluto un po' più
di tempo perché, forse, culturalmente le persone sono meno
predisposte ma poi hanno capito che costruendo reti ci sono
benefici per tutti". (ANSA).