(di Stefano Secondino)
(ANSA) - ROMA, 24 MAR - L'Italia è il primo paese in Europa
per economia circolare. E' il paese che ricicla di più e che usa
di più materie prime riciclate. Ma piano piano sta perdendo
posizioni in questo campo, perché investe meno e fa meno
brevetti. Il Recovery Plan è l'occasione per invertire questa
tendenza, e fare dell'Italia un campione europeo e mondiale
dell'economia circolare.
E' questo il messaggio che lancia il "Rapporto nazionale
sull'economia circolare in Italia 2021", preparato dal
CEN-Circular Economy Network (la rete promossa dalla Fondazione
per lo sviluppo sostenibile assieme a un gruppo di aziende e
associazioni di impresa) e da Enea. La ricerca è stata
presentata stamani dal presidente del Cen, Edo Ronchi. Erano
presenti fra gli altri il ministro della Transizione Ecologica,
Roberto Cingolani, il segretario generale della Cgil, Maurizio
Landini.
L'Italia per il terzo anno consecutivo si conferma la prima
in Europa nel campo del riciclo. Sommando i punteggi di ogni
settore dell'economia circolare, l'Italia è prima con 79 punti,
seguita dalla Francia con 68, dalla Germania e Spagna con 65 e
dalla Polonia con 54.
Nella produzione circolare il nostro Paese ottiene 26 punti,
con un distacco di 5 punti dalla Francia. Anche per la
produttività delle risorse, siamo in testa alla classifica. Ogni
kg di risorsa consumata genera in Italia 3,3 euro di Pil, contro
una media europea di 1,98 euro.
La percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è al 68%,
nettamente superiore alla media europea (57%), al primo posto
fra le principali economie europee. Il tasso di utilizzo
circolare di materia (la percentuale di risorse materiali
provenienti dal riciclo sul totale delle risorse utilizzate) in
Italia nel 2019 è stato del 19,3%: superiore alla media
dell'Ue27 (all'11,9%), inferiore di poco a quello francese
(20,1%), nettamente superiore a quello tedesco (12,2%).
Ma ci sono anche le note dolenti. Per investimenti e
occupazione, l'Italia è solo al quarto posto, dopo la Spagna, la
Polonia e la Germania. Ed è ultima fra le grandi economie
europee per numero di brevetti. Insomma, da noi si investe meno
che altrove e si fa poca ricerca e innovazione.
"Stiamo perdendo posizioni - ha commentato Edo Ronchi -.
Presi dalle emergenze, stiamo sottovalutando la portata del
cambiamento europeo in atto verso l'economia circolare. Il Pnrr
(Piano nazionale di ripresa e resislienza, o Recovery Plan,
n.d.r.) può dare una spinta importante. Il nuovo governo, e in
particolare il nuovo Ministero della Transizione ecologica,
hanno il compito di migliorare e completare l'attuale bozza:
bisogna assegnare un ruolo strategico all'economia circolare".
Per Maurizio Landini, "la transizione ecologica non può
essere lasciata al mercato" e "c'è bisogno di una signora
politica industriale". Il ministro Cingolani ha risposto che
sull'economia circolare "dobbiamo potenziare ancora la nostra
capacità, abbiamo margini di miglioramento. Il Recovery Plan può
diventare lo strumento per farlo. L'Italia deve diventare un
riferimento per la circolarità non solo per l'Europa, ma per
tutto il mondo".
Il rapporto mette in luce che raddoppiando l'attuale tasso di
circolarità dell'economia mondiale dall'8,6% (dato 2019) al 17%,
si ridurrebbero i consumi di materia dalle attuali 100 a 79
gigatonnellate, e si taglierebbero le emissioni globali di gas
serra del 39% l'anno, raggiungendo gli obiettivi dell'Accordo di
Parigi sul clima. (ANSA).