(di Nina Fabrizio)
(ANSA) - ROMA, 14 SET - A qualcuno hanno fatto venire in
mente l'utopia della città ideale di Tommaso Moro. Qualcun altro
ne ha ricondotto l'ispirazione alla filosofia diffusa dal
bestseller "La città della gioia" di Dominique Lapierre, scritto
dopo l'intensa esperienza negli slum indiani. Altri ancora hanno
tratteggiato paralleli con il modello delle missioni gesuitiche
sorte nelle foreste tra Brasile e Argentina così drammaticamente
tratteggiate nell'indimenticato film Mission.
Di certo, le comunità Laudato si', cioè le cellule di vita
comunitaria sparse sul territorio italiano che si ispirano allo
stile di vita propugnato dall'encliclica di papa Francesco
sull'ecologia integrale, continuano a crescere. Oggi nella
Penisola sono circa sessanta e domani proprio il Papa riceverà
in udienza un drappello di membri che hanno abbracciato, cuore e
testa, un modello di vita alternativo.
Ma come funzionano queste comunità che si sono sviluppate in
particolare nel territorio di Rieti e di Amatrice grazie
all'impulso di monsignor Domenico Pompili, vescovo della città,
e di Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Terra Madre, anche
come tentativo di risposta alle esigenze stringenti della
popolazione locale dopo il tremendo terremoto del 2016?
Formalmente le comunità sono "aggregazioni di cittadini che
operano nello spirito dell'Enciclica e di Francesco di Assisi,
senza limitazioni di credo, di orientamento politico,
nazionalità ed estrazione sociale".
Le comunità, spiega in questa intervista all'ANSA mons.
Pompili, "sono tutte occupate a diffondere sul territorio i temi
dell'ecologia integrale attraverso attività concrete, conferenze
e pubblicazioni. Iniziative dal basso che hanno suscitato
l'interesse di molti intellettuali di prim'ordine, diventati
parte attiva del movimento. La specificità del movimento
rispetto all'ambientalismo storico è nel porre l'accento sulla
dimensione comunitaria.
Le Laudato si' - sottolinea - non hanno un carattere
confessionale e possono costituirsi in molteplici modi: possono
riunire per la prima volta un gruppo di persone oppure nascere
all'interno di organizzazioni già presenti, rinnovandone le
finalità. Quando si è ragionato su come coinvolgere le persone
nella diffusione dei valori dell'enciclica, è stata avvertita la
necessità di superare il modello sul quale si basano
associazioni, partiti, movimenti e sindacati, per sposare un
elemento più inclusivo".
"Le realtà comunitarie - aggiunge - esprimono meglio la
necessità del rinnovamento da accogliere, che non può partire da
meccanismi come il tesseramento e l'organizzazione verticale. La
proposta cerca infatti di offrire un modello a tante realtà che
stanno effettuando un cambiamento dal basso, di dare forma al
desiderio di una realtà più sostenibile che non rientra nei
vecchi schemi".
Le Comunità Laudato si' sono nate spontaneamente in tutta
Italia e stanno iniziando a svilupparsi anche all'estero.
All'incontro con papa Francesco parteciperanno circa 250 persone
da 35 delle 50 comunità attualmente censite. Tra le regioni in
cui operano le Comunità ci sono il Piemonte (Bra, Alba,
Moncalieri), la Lombardia (Milano, Olgiate Olona, Pavia,
Viadana), il Veneto (Treviso, Isola Vicentina), l'Emilia Romagna
(Novellara, Bologna, Salvaterra - Romagna Forlivese), la Toscana
(Valdarno, Firenze), le Marche (Santuario Madonna dell'Ambro,
Ascoli Piceno), il Lazio (Rieti, Terminillo, Roma, Greccio,
Monte Navegna e Cervia, Monte San Giovanni in Sabina, Accumoli,
Amatrice, Castelli Romani, Alatri, Anagni), l'Abruzzo (Pescara),
la Campania (Napoli, Vesuvio), la Puglia (Torremaggiore), la
Sicilia (Ragusa, Trapani, Marsala, Mazara, Gela) e la Sardegna
(Sassari, Nuoro).
Ma scendendo nel concreto, qual è il funzionamento? Si
condivide il riscaldamento, o lo stesso terreno? "Faccio due
esempi - risponde Pompili -. Uno è quello a Gela che è città
post industriale, teatro nel passato di una sorta di innovazione
squilibrata. La comunità ha realizzato degli orti sociali e
ciascuna famiglia può interpretarlo come proprio orto o giardino
e quindi sia per un fine di socializzazione, sia per ripensare a
una terra che dà frutti.
L'altro è quello della comunità Pachamama di giovani e
famiglie a Olgiate Olona, vicino Milano: qui c'è proprio
l'ispirazione diretta della vita amazzonica in cui si vive
comunitariamente la vita quotidiana condividendo anche
l'educazione dei figli". Nuovi orizzonti? "Proprio ieri mi hanno
chiamato i vescovi della Terra dei Fuochi interessati ad
approfondire questa proposta. E' chiaro che andrò a parlare con
loro ma dovremo capire anche le specificità di quel territorio
che possono essere diverse dal mio, ad esempio, che ha subito il
terremoto, o da un territorio come quello siciliano che avuto
problemi ancora diversi". (ANSA).