(ANSA) - ROMA, 25 FEB - Chiamarsi col proprio nome di
'elezione di genere' e non con quello di battesimo. E' la scelta
del Liceo artistico di Roma di via Ripetta che permette ora alle
studentesse e agli studenti transgeneder di indicare il nome
scelto per la transizione e non quello con cui si è iscritti
all'anagrafe.
Una scelta che rende visibile il genere di transizione anche
nei documenti ufficiali scolastici: ovvero i quadri, il libretto
per le assenze e il registro elettronico. Una decisione adottata
da pochissime licei in Italia, appena quattro, e altrettante
poche Università.
La decisione è arrivata con l'approvazione dal parte del
Consiglio di Istituto del regolamento per l'attivazione e la
gestione della Carriera Alias, ossia un profilo alternativo e
temporaneo dedicato alle persone in transizione di genere che
permette di sostituire dentro la propria scuola il nome
anagrafico con quello adottato fino all'ufficiale rettifica
anagrafica.
La Rete degli Studenti Medi del Lazio invita anche "tutte le
altre scuole del territorio ad adottare questa soluzione".
"Ogni persona in transizione di genere -ha spiega il portavoce
Michele Sicca- deve sentirsi libera di esprimere sé stessa,
essere riconosciuta per la propria identità e con il nome che ha
scelto, soprattutto all'interno dell'ambiente scolastico. Siamo
ragazze e ragazzi dai 14 ai 18 anni. Abbiamo raccolto le
testimonianze di chi ha avuto difficoltà con i propri docenti
che, pur riconoscendo il loro percorso di transizione e le
difficoltà che questo comporta, si rifiutavano di riconoscerli
col nome che avevano scelto. Queste difficoltà, se non risolte,
possono portare anche all'abbandono scolastico".
"È importante che tutte le scuole del territorio laziale e
italiano possano adottare la Carriera Alias che attualmente è
approvata da pochissimi istituti -dichiara Claudio Mazzella,
Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli-
Attraverso questo percorso è possibile garantire alle persone
che frequentano le scuole di vivere in un ambiente di studio
sereno, inclusivo che tuteli la loro privacy e che sia idoneo a
favorire i rapporti interpersonali nel reciproco rispetto delle
libertà e dell'autodeterminazione della persona. La scuola e
l'università devono essere punti fondamentali per le nostre
rivendicazioni. Per questo motivo dobbiamo aumentare il dialogo
e avviare una costruzione politica con le studentesse e gli
studenti".
"Una iniziativa encomiabile che accade solo in altri quattro
istituti in Italia e in poche Università. Questo regolamento è
un passo necessario per tutte quelle persone che magari non
vogliono o non possono fare la riassegnazione chirurgica del
sesso e per i molti e molte in attesa di completare l'iter di
rettificazione che può durare anni -dice la capogruppo della
Lista Zingaretti alla Regione Lazio, Marta Bonafoni - E' giusto
che abbiano intanto il diritto di essere chiamati con il nome
che hanno scelto. Concordo con la Rete degli studenti medi del
Lazio sulla necessità che tutte le altre scuole del territorio
adottino presto questa soluzione". (ANSA).