Luciani ha percorso gran parte dei 406 chilometri dalle sorgenti fino alla foce, raccontando un Tevere in cui "nonostante il forte impatto antropico, sopravvivano ancora frammenti di ambienti integri e ricchi di biodiversità che garantiscono al fiume un grande valore dal punto di vista ecologico, naturalistico e paesaggistico". Un viaggio in cui foto e testi si intrecciano, raccontando una storia ricca di personaggi e luoghi straordinari: dalle sorgenti avvolte nelle faggete del Monte Fumaiolo, il Tevere è inizialmente un piccolo corso d'acqua che dall'appennino Tosco Romagnolo scende a valle verso la Toscana, proseguendo verso l'Umbria dove il corso cambia, diventando man mano sempre più lento e possente. Tra i molti luoghi del tratto umbro, il fiume attraversa le selvagge gole del Forello, fino al lago di Alviano in cui "le numerose specie animali creano un'autentica orchestra di canti, in un dipinto fatto di colori". Da lì il Tevere si appresta a entrare nel Lazio, passando per la Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere Farfa e poi l'arrivo a Roma, occasione per riscoprire la natura del tratto urbano del fiume, che nell'ultimo secolo è stato allontanato dalla quotidianità dei cittadini, soprattutto dopo la costruzione dei muraglioni, prima di unirsi al mare.
Per Vito Consoli, direttore della Direzione Capitale Naturale, Parchi e aree protette della Regione Lazio, "questo libro - dice - ci ricorda come la natura da scoprire, da amare e da tutelare non dobbiamo cercarla necessariamente in paesi e ambienti esotici, ma possiamo trovarla anche a casa nostra e persino in quei luoghi che più hanno accompagnato la nostra storia, fino a diventarne protagonisti". (ANSAmed).