(ANSAmed) – MADRID, 4 NOV – Far fronte alla nuova emergenza
migratoria e trovare soluzioni comuni sulla gestione delle
frontiere come spazio di cooperazione, per migliorare lo scambio
di informazioni e di mezzi, e come strumento della lotta contro
le mafie che trafficano sugli immigrati. Il tema, di scottante
attualità, dopo le tragedie di Lampedusa e nel Mediterraneo, con
la morte di centinaia di migranti, sarà al centro della prima
riunione del Dialogo Euro-africano sul migrazioni e sviluppo,
del Processo di Rabat, in programma domani e mercoledì a Madrid,
co-presieduta dalla Spagna e dalla Repubblica di Burkina Faso.
Dal 2006 il Processo di Rabat riunisce rappresentanti di 60
Paesi d’Europa e Africa del Nord, Occidentale e Centrale – fra I
quali Spagna, Francia, Marocco e Burkina Faso - della
Commissione Europea, della Comunità economica degli Stati
dell’Africa Occidentale (Cedeao) e varie organizzazioni
internazionali specializzate in migrazioni. Il processo di
Rabat, segnalano fonti diplomatiche in una nota, riflette una
nuova visione della migrazione, con “una gestione concertata,
globale ed equilibrata”, per far fonte alle sfide in materia di
immigrazione. L’obiettivo è condividere misure concrete di
cooperazione bilaterale e multilaterale, facilitare la mobilità
regionale, adottare le riforme istituzionali necessarie e
armonizzarle fra i paesi di origine, transito e destinazione dei
flussi migratori, e combattere la criminalità trans-frontaliera.
Per facilitare l’applicazione di questa strategia, l’Unione
Europea sta finanziando un progetto di sostegno di tali
politiche da parte di un consorzio di organizzazioni costituito
dal Centro internazionale per lo Sviluppo di Politiche
Migratorie – Icmps.
(ANSAmed)
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