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Venerdì, 21 Febbraio 2025 | 0:12

Egitto: Turismo; ministro Antichita', entrate musei crollate

Ibrahim, facciamo enormi sforzi. Per restauri servono aiuti esteri

11 gennaio, 09:33

Il Museo Egizio del Cairo Il Museo Egizio del Cairo

(di Cristiana Missori) (ANSAmed) - ROMA, 10 GEN - Entrate dei principali musei in picchiata, localita' e siti turistici quasi deserti. Antichita' a rischio. A ormai due anni dallo scoppio della rivoluzione, il turismo egiziano e' entrato in una spirale che rischia di inghiottire l'immenso patrimonio archeologico e architettonico del Paese. Una situazione che lo stesso ministro egiziano per le Antichita', Mohamed Ibrahim, definisce estremamente critica e su cui il suo dicastero sta facendo enormi sforzi, come spiega in un'intervista al periodico Al Ahram Hebdo. Parla di un crollo delle entrate senza precedenti e punta soprattutto sull'apertura di nuovi siti e sul rilancio dei programmi di restauro, soprattutto attraverso gli aiuti internazionali. Senza dimenticare l'organizzazione di grandi mostre all'estero, ''migliori ambasciatrici del Paese''. Qualche mese prima della rivoluzione, a novembre 2010, ricorda il ministro al settimanale, ''gli introiti provenienti dalle biglietterie dei musei si attestavano a quota 13,5 milioni di lire egiziane'' (circa 1,6 milioni di euro, ndr). A novembre 2012, invece, gli incassi dei musei su tutto il territorio nazionale ''sono sprofondati a quota 3,8 milioni (circa 450 mila euro, ndr)''. Un vero disastro. Come ad Alessandria, rileva Ibrahim, ''dove il Museo nazionale registra ingressi quotidiani per 300 lire (poco piu' di 35 euro al giorno), mentre il Museo egizio del Cairo - quello di piazza Tahrir - ha registrato lo scorso dicembre 550 ingressi al giorno''. Un dato sconcertante, rimarca il responsabile per le Antichita', per un museo che ai tempi d'oro del turismo in Egitto, ''accoglieva 6.000 visitatori al giorno. ''Lavoriamo giorno e notte - assicura - per migliorare l'immagine del Paese''. Il governo punta soprattutto sull'apertura di nuovi siti per attrarre nuovamente i turisti nel Paese. Nei mesi passati, ricorda Ibrahim, ''abbiamo inaugurato diversi siti quali il tempio di Hibis nell'oasi di Kharga e la tomba di Merenptah nella Valle dei Re. Tra gennaio e marzo, poi, abbiamo previsto altre inaugurazioni: dal tempio di Qasr Al-Agouz, sempre nella Valle dei Re, all'avvio del grande progetto di restauro per i monumenti islamici di Bab al Wazir, al Cairo''. E ancora, ''la riapertura del viale delle sfingi a Luxor, costata circa 19 milioni di lire, e il Museo di Suez'' - di cui si parla gia' da tempo ormai - e che presto apriranno al pubblico, assicura il ministro. Per uscire dalla gravissima impasse finanziaria in cui versa l'Egitto, anche le Antichita', come il presidente Mohamed Morsi, contano sull'arrivo di capitali stranieri. ''Attualmente - spiega il ministro - siamo in grado di coprire i lavori piu' semplici come la pulitura e la pittura. Ma per portare avanti i grandi progetti contiamo unicamente sui finanziamenti stranieri''. Il degrado, pero', e' evidente. E' il caso della strada Muez, dietro il vecchio souk del Cairo, tirata anche troppo a lucido dopo i restauri ultimati ben prima del 25 gennaio 2011, e che oggi, a quasi due anni dalla rivoluzione e' tornata nel caos.

Auto e motocicli che serpeggiano su e giu', ''dissuasori neutralizzati, lampioni infranti. Per questo - aggiunge il ministro - si sono nati dei comitati, formati dagli stessi abitanti della zona per proteggere i turisti e contribuire alla pulizia dell'area''. Alla domanda se la vittoria degli islamisti abbia potuto avere effetti sul crollo dei turisti, Ibrahim risponde: ''Non credo. Se in Egitto dovesse ritornare la stabilita', anche i turisti torneranno''. Altra carta da giocare, l'esposizione dei tesori egiziani all'estero, mediante l'allestimento di grandi mostre. ''Si tratta dei nostri ambasciatori all'estero'', replica il ministro. Come lo dimostra l'esposizione dedicata a Tutankhamon ancora in corso in Giappone che ha portato, malgrado il momento di crisi, numerosi turisti nipponici in Egitto. (ANSAmed).

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