I dati ufficiali indicano che la quota dei fondi destinati agli investimenti non supera il 10% dei trasferimenti, mentre il 60% è destinato al sostegno familiare e il 30% rimane nei conti bancari sotto forma di risparmio. I trasferimenti dai marocchini che risiedono all'estero sono passati da 60 miliardi di dirham (circa 6 miliardi di euro) nel 2019 a 115,3 miliardi di dirham nel 2023, e secondo le previsioni dovrebbero raggiungere i 120 miliardi di dirham nel 2024. Il denaro rappresenta più del 7% del prodotto interno lordo e circa il 20% dei depositi bancari nazionali. Una risorsa di stabilità per il Marocco, ma a differenza di altri paesi africani quali Kenya e Nigeria, i marocchini della diaspora non ripongono fiducia negli investimenti.
L'osservatorio del Lavoro rileva "l'assenza di una visione globale che integri il potenziale investitore nel tessuto economico nazionale", manca ad esempio "una mappatura degli investimenti che evidenzi le opportunità promettenti nelle aree marginali o che richiedano un maggiore sostegno per lo sviluppo sostenibile". Il rapporto evidenzia inoltre la debolezza dei meccanismi di finanziamento e la mancanza di sostegno da parte delle banche nazionali, sia in termini di strutture finanziarie che di supporto tecnico necessario. Il Marocco non dispone di una banca di progetti specificatamente rivolta ai marocchini globali, che dia informazioni sulle opportunità di investimento disponibili in vari settori e regioni. A tutto questo si aggiunge la complessità delle procedure amministrative e la mancanza di incentivi fiscali. (ANSAmed).
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