BRUXELLES - All'Aja è il giorno della difesa per l'ex presidente del Kosovo Hashim Thaci, e per Kadri Veseli, Rexhep Selimi e Jakup Krasniqi, tutti ex guerriglieri dell'esercito di liberazione del Kosovo (Uck) sotto processo per crimini di guerra e contro l'umanità commessi durante e dopo il conflitto in Kosovo del 1998-1999. L'avvocato di Thaci, Gregory Kehoe, ha negato tutte le accuse della procura, sostenendo che l'ex capo di Stato non aveva alcun motivo per compiere i crimini di cui è accusato e sottolineando il sostegno di cui godeva da parte degli Stati Uniti e della comunità internazionale. Thaci, ha spiegato il suo avvocato, "non nega che alcuni crimini siano stati commessi da persone di etnia albanese", ma "respinge" la tesi secondo cui "siano stati commessi in linea con la politica dell'Uck o che fossero diffusi". La violenza è stata l'espressione di una "vendetta per i crimini commessi dal regime serbo", ha proseguito il legale, accennando alla deportazione degli albanesi e ai massacri avvenuti nell'ex provincia serba.
Secondo Kehoe, l'ex capo di Stato non era d'accordo con gli attacchi e le intimidazioni contro la popolazione innocente del Kosovo, ma non avrebbe avuto la possibilità di prevenire questi crimini, poiché il potere era detenuto dai comandanti delle varie zone di guerra. "Il compito della direzione politica dell'Uck - ha aggiunto - era di negoziare e incontrare i rappresentanti della comunità internazionale per garantire il sostegno alla causa. Né Thaci né la direzione erano quindi responsabili dell'impostazione delle politiche dell'Uck", ha concluso l'avvocato.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA