Secondo il quotidiano, Abdallah e Assad hanno avuto un colloquio telefonico, durante il quale il sovrano hascemita ha inoltre ribadito al presidente siriano che Amman appoggia una soluzione politica e non militare del conflitto siriano. La conversazione telefonica non è stata confermata - ma finora nemmeno smentita - né da Damasco né da Amman.
Sin dall'inizio della crisi siriana, nella primavera del 2011, la posizione della Giordania è stata da più parti definita ambigua: da una parte è stato più volte evidenziato il suo coinvolgimento diretto nell'ospitare e addestrare soldati siriani disertori anche grazie al sostegno degli Stati Uniti suo principale alleato internazionale. Dall'altra, la precarietà del regime giordano e la vicinanza con Israele - il cui attuale governo ha implicitamente fatto capire di temere più l'avvento di islamisti al potere a Damasco che non la caduta di Assad - impongono ad Amman di mantenere almeno nella retorica un atteggiamento non aggressivo nei confronti dell'attuale potere siriano.
Periodicamente inoltre, la stampa giordana da' ampio risalto a notizie di condanne giudiziarie contro fondamentalisti islamici giordani che tentano di infiltrarsi in Siria per combattere a fianco dei ribelli. (ANSAmed)