(ANSAmed) - ROMA, 23 GIU - Le ricerche per ritrovare i resti di 37 ufficiali italiani uccisi dai tedeschi sull'isola di Kos (all'epoca italiana, oggi greca) il 6 ottobre 1943 si svolgeranno dal primo all'8 luglio prossimi. La spedizione - rende noto un comunicato - punta a individuare tre fosse comuni nelle quali dovrebbero trovarsi i resti mai rinvenuti degli ufficiali italiani facenti parte del gruppo dei 103 del 10° Reggimento fanteria "Regina" uccisi nella strage.
Alla guida dell'Operazione Lisia, così chiamata in onore al giurista ateniese che scrisse l'epitaffio ai Corinzi il colonnello in congedo Pietro Giovanni Liuzzi, che del reperimento delle salme, oltre che del recupero della memoria patria di quella che è stata definita la "piccola Cefalonia" o anche la "tragedia dimenticata", ha fatto una vera e propria ragione di vita.
Il 25 aprile 2014 il Presidente Napolitano ha incentrato la cerimonia al Quirinale sugli avvenimenti di Kos per ricordare il sacrificio dei 103 ufficiali e dei loro congiunti. Tuttavia tale riconoscimento non è stato sufficiente a tacitare il desiderio di ricercare i corpi degli altri ufficiali mancanti all'appello.
Così, finalmente, con l'appoggio del Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e l'intervento dell'Ambasciatore italiano ad Atene, è giunto dalle Autorità elleniche il permesso per effettuare le ricerche nell'isola.
Il campo nel quale si opererà è chiamato "Campo delle Fosse ", di circa 1800 metri quadri nei pressi delle saline di Linopoti.
Il parroco don Michelangelo Bacheca, che all'epoca partecipò alle esumazioni di 66 corpi dei quali solo 42 furono riconosciuti, in un suo rapporto riferisce che degli undici avvallamenti del terreno rilevati soltanto otto ne risultarono evidenti all'inizio degli scavi. Sono proprio quegli altri tre avvallamenti che saranno oggetto di ricerca.
Il 6 ottobre del 1943 quando, dopo due giorni di combattimenti, soverchiate dalle forze germaniche, quelle italiane e britanniche si arresero. Gli ufficiali italiani catturati, dopo un processo sommario, furono improvvisamente falcidiati mentre, a piccoli gruppi, erano accompagnati al vicino porto di imbarco a Tingachi da dove - fu detto loro - sarebbero trasferiti sulla terraferma. Molti di quegli ufficiali non raggiungevano i 25 anni di età.
"Non sappiamo che esito avranno le nostre ricerche - dice Liuzzi - ma speriamo di poter chiudere una ferita aperta in tante famiglie italiane. Mantenere vivi quei valori di memoria per i caduti di Kos, così come avviene per Cefalonia ed El Alamein - conclude Liuzzi - è un impegno che non si esaurirà con questa spedizione".
si finanzierà con contributi che possono essere versati sul conto intestato al Comitato Caduti di Kos (Banca Prossima - Filiale Milano, Iban IT83 Y033 5967 6845 1070 0193 384) con la causale "Contributo volontario Operazione Lisia. (ANSAmed).