ATENE - Circa 1.500 persone avrebbero tentato di entrare in Grecia attraversando il confine con la Turchia, lungo il corso del fiume Evros, nella giornata di ieri.
Lo riporta il ministro greco della Protezione dei cittadini (l'equivalente del ministro dell'Interno) Takis Theodorikakos, intervistato dall'emittente televisiva Skai.
Il tentativo è fallito quando i migranti hanno notato "la forte presenza di misure di dissuasione" lungo il confine, ha rivelato il ministro, aggiungendo: "Ci troviamo di fronte a un chiaro piano organizzato dalla Turchia, nella maggior parte dei casi i migranti sono portati da veicoli delle forze dell'ordine turche. Non si tratta di un'azione spontanea".
Il ministro ha comunque precisato che il caso di ieri non ha rischiato di trasformarsi in un evento simile a quello del febbraio del 2020, quando migliaia di profughi si ammassarono alla frontiera con la Grecia nella regione dell'Evros, e il governo greco fece intervenire le forze militari.
"Stiamo monitorando attentamente la situazione per evitare che possa accadere di nuovo", ha osservato Theodorikakos, sostenendo di essersi messo in contatto con il suo omologo bulgaro per rafforzare gli sforzi per rispondere alla strumentalizzazione dei migranti da parte della Turchia.
La regione dell'Evros (Meric in turco) è oggi una delle regioni più militarizzate della Grecia, recentemente il governo di Atene ha annunciato di voler estendere ulteriormente il muro al confine, lungo 35 chilometri, per scoraggiare gli attraversamenti. In questa zona di frontiera continuano a registrarsi le denunce di respingimenti illegali operate dalle Forze dell'ordine greche ai danni delle persone che cercano di chiedere asilo in Europa.