E' una delle installazioni realizzate dall'artista Maria Cristina Finucci nell'ambito del progetto Wasteland. Un work in progress, cominciato un anno fa nella sede dell'Unesco di Parigi e proseguito nell'Università di Ca'Foscari a Venezia durante la Biennale, per denunciare i danni provocati dalle enormi isole di rifiuti plastici che esistono nei nostri oceani. "Almeno cinque, che arrivano a occupare 16 milioni di km quadrati, pari alla superficie della Russia, e arrivano a una profondità di 30 metri", spiega Maria Cristina Finucci all'Ansa.
"Hanno origine dalla confluenza di tonnellate di residui di plastica, portati dalle correnti al centro degli oceani, ridotti in pezzi microscopici, non biodegradabili al 100%, che creano la famosa 'zuppa di plastica' invisibile a occhio nudo, ma con effetti nocivi e disastrosi sull'ambiente, i pesci che se ne alimentano col placton e la catena alimentare".
Per renderle visibili e sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema crescente provocato dal consumo di plastica e dalla mancanza di trattamento dei rifiuti, l'artista ha creato uno Stato: The Garbage Patch State, un'entità concreta, con un logo, un'immagine, i suoi simboli. Che, dopo essere stato tenuto a battesimo all'Unesco, ed essere stato popolato da personaggi dagli studenti della Ca' Foscari che ne hanno costruito la mitologia, continua a manifestare la sua esistenza qui a Madrid.
In questa occasione, con la collaborazione degli studenti del terzo anno di Design di Interni dello IED, che hanno realizzato a loro volta un momento artistico, con un'installazione nella sede del Palazzo Altamira.
Dalla prima performance di arte trans-mediatica, trasmessa via Internet e diffusa in maniera virale con applicazioni per Iphone e smarphone, la Finucci è stata sommersa di offerte di collaborazione da parte di giovani e associazioni di tutto il mondo, per contribuire alla continuazione di Wasteland.
Dopo Madrid, il progetto proseguirà il prossimo 11 aprile al museo MAXXI di Roma, con una grande installazione che simbolizzerà l'apertura dell'ambasciata del Garbage Patch State e una scultura lunga 40 metri, composta da tremila rifiuti di plastica dei più vari generi, raccolti in tutto il mondo, catalogati e fotografati. "L'adozione della cittadinanza del Garbage Patch State - anticipa l'artista - comporterà l'adozione di uno di questi oggetti, abbandonati come lebbrosi, trasfigurati e inconsapevoli artefici dell'uccisione degli animali". (ANSAmed).