ISTANBUL - Riprende oggi nel tribunale del carcere di Sincan, ad Ankara, il maxi-processo Kobane contro 108 politici curdi in Turchia, 28 dei quali attualmente detenuti, che rischiano l'ergastolo con accuse di "terrorismo" per le proteste dell'ottobre 2014 nel sud-est del Paese contro l'isolamento imposto dal governo di Recep Tayyip Erdogan alla città curdo-siriana, simbolo della lotta all'Isis e all'epoca sotto assedio.
Decine di migliaia di manifestanti scesero in piazza per diversi giorni in varie città turche contro la chiusura della frontiera, che impediva l'invio di soccorsi militari e umanitari per la lotta al gruppo jihadista. Gli scontri con le forze di sicurezza provocarono almeno 37 vittime, in gran parte dimostranti curdi.
Alla sbarra ci sono alcuni dei massimi dirigenti dell'Hdp, tra cui gli ex co-leader Selahattin Demirtas e Figen Yuksekdag, già detenuti da oltre 4 anni e mezzo. Come le precedenti, anche questa terza udienza sarà monitorata dagli attuali vertici del partito e da numerosi esponenti della società civile e osservatori internazionali.
Nelle purghe seguite al fallito golpe del 2016 in Turchia, l'Hdp ha subito l'arresto di migliaia di esponenti e la destituzione di decine di sindaci e parlamentari. La procura generale della Cassazione di Ankara ha inoltre presentato una richiesta alla Corte costituzionale per chiederne la messa al bando.