Avrebbero prestato denaro ad un
piccolo imprenditore, gestore di un lido balneare, imponendogli
tassi usurari costringendolo a subire minacce. Tre persone,
tutte appartenenti al medesimo nucleo familiare, sono state
arrestate dai carabinieri della Compagnia di Scalea con l'accusa
a vario titolo di usura, estorsione ed esercizio abusivo
dell'attività finanziaria con l'aggravante del metodo mafioso. I
militari hanno inoltre proceduto al sequestro preventivo di beni
per circa 250 mila euro. I sigilli sono stati apposti, in
particolare, ad un magazzino di 100 metri quadri.
Gli arresti, due in carcere e uno ai domiciliari, sono stati
fatti in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale
di Catanzaro su richiesta della Procura della
Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.
L'indagine ha avuto origine nel settembre 2021 dalla denuncia
presentata dall'imprenditore in relazione ad un presunto
prestito usurario di cui sarebbe stato vittima e da cui è
emersa, successivamente, un'ulteriore vicenda relativa ad una
presunta estorsione ai danni di altro imprenditore.
L'aggravante del metodo mafioso è emersa in quanto le condotte
illecite da parte dei tre sarebbero state poste in essere dal
terzetto avvalendosi della forza intimidatrice derivante dal
vincolo associativo riconducibile alla cosca di 'ndrangheta
operante sul territorio.
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