"E' un impegno che avevamo assunto
la sera della presentazione della squadra di calcio per il
campionato 2022/2023. In quella circostanza, interpretando i
sentimenti di tutta la città, non solo della Cosenza sportiva,
avevo fatto una promessa davanti a Gianluca Di Marzio. Quella di
ricordare degnamente un uomo, il padre, Gianni Di Marzio, che
per la città, prima ancora che per lo sport, ha dato tanto". Lo
ha detto il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, nel corso della
cerimonia di scopertura di una targa nel Largo ubicato
nell'antistadio del San Vito-Marulla che da oggi porta il nome
dell'allenatore di origine napoletana.
Di Marzio, scomparso nel gennaio del 2022, fu l'artefice
della promozione del Cosenza in serie B nel campionato
1987-1988.
"Non si possono dimenticare - ha aggiunto Caruso - le gesta
di quella avventura calcistica che regalò, dopo 24 anni, la
serie B al Cosenza. Un traguardo raggiunto non solo per le
grandi capacità tecniche di Gianni Di Marzio, ma anche per il
suo grande amore per la città. Perché Gianni era legatissimo a
Cosenza. E alla nostra città sono rimasti legati anche la moglie
e il figlio".
A Gianni Di Marzio sarà intitolata, inoltre, un'ampia
sezione del museo la cui realizzazione é stata annunciata dal
presidente del Cosenza, Eugenio Guarascio.
"Questa targa e questa intitolazione - ha detto Tucci Di
Marzio, moglie dell'ex allenatore del Cosenza - rappresentano
per me un grandissimo onore non soltanto perché siamo in una
città che mio marito amava tantissimo, e noi con lui, non solo
da un punto di vista sportivo ma anche perché sono orgogliosa
che tutto questo sia avvenuto in una città che non ha solo una
storia sportiva ma anche una storia, in generale, assolutamente
gloriosa".
"Mio padre, da questa targa - ha detto il figlio di Di
Marzio, Gianluca, giornalista di Sky - continua a guardare lo
stadio e Cosenza, a cui pensava anche quando era lontano. Non ha
mai reciso, infatti, il cordone ombelicale che lo legava a
questa città. Ed é bello che questa targa sia stata apposta qui
perché lui era 'un allenatore della strada'. Il suo contatto con
la gente e la città di Cosenza è stato costante".
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