La decisione del boss della
'ndrangheta Vincenzo Pasquino - estradato dal Brasile a marzo -
di collaborare con la giustizia italiana potrebbe far emergere
importanti dettagli sugli affari della mafia italiana nel Paese
sudamericano in relazione alle due principali organizzazioni
criminali attive sul territorio: il paulista Primeiro comando da
capital (Pcc) e il carioca Comando vermelho (Cv). Lo riferisce
il quotidiano O Estado de Sao Paulo, secondo cui il "terremoto"
che Pasquino potrebbe provocare è paragonabile agli effetti
della collaborazione di Tommaso Buscetta, boss di Cosa Nostra
anche lui arrestato in Brasile negli anni '80.
Pasquino è stato detenuto in un penitenziario dello stato di
Paraíba nel maggio 2021, insieme a Rocco Morabito, conosciuto
come il "re della cocaina" ed estradato dal Brasile in Italia
nel luglio 2022.
Secondo il quotidiano, in un documento inviato al procuratore
generale Paulo Gonet, il capo della Direzione nazionale
antimafia italiana, Giovanni Melillo ha informato le autorità
brasiliane delle "dichiarazioni e confessioni che appaiono
pertinenti ad indagini riservate alla giurisdizione della
Repubblica del Brasile, riferite al traffico di droga
organizzato da gruppi criminali legati al Pac e al Cv".
Pasquino, 34 anni, ha raccontato di far parte della
'ndrangheta dal 2011 e di essere il responsabile in Brasile
della logistica per l'invio di droga in Europa dal 2017. Nel
Paese sudamericano, l'italiano aveva stabilito la sua base nel
quartiere di Tatuapé, a San Paolo, area dove i leader del Pcc
possiedono numerose proprietà di lusso e soprannominata dai
magistrati locali "Little Italy", in riferimento al famoso
quartiere di New York un tempo dominato dalla mafia.
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