"Questo progetto è una grande
opportunità di costruzione di un sistema di rete nazionale e
internazionale fondato sul rapporto fra ricerca, didattica e
produzione artistica ed è un'opportunità straordinaria anche di
approfondimento di temi che sono spesso soggiacenti rispetto al
mondo dell'arte, in particolare quello del ruolo delle donne che
spesso è un po' disconosciuto". Così il direttore dell'Accademia
di Belle Arti di Napoli, Giuseppe Gaeta, intervenendo oggi
all'incontro sul tema 'Vestire la musica. Costumiste italiane
nell'opera lirica: attività, immaginario, sguardo' che ha dato
il via al progetto 'Casta Diva-Costumiste italiane nell'opera
lirica', finanziato con fondi Pnrr e realizzato dall'Accademia
di Belle Arti insieme con il Conservatorio 'A. Vivaldi' di
Alessandria. In programma una serie di incontri e saranno
coinvolte costumiste che hanno svolto la loro attività
nell'opera lirica nell'ultimo trentennio e che illustreranno, in
interviste ad hoc, la loro esperienza.
"L'iniziativa - ha aggiunto Gaeta - ha anche una finalità
etica, quella di restituire dignità al ruolo delle donne in
questo grande mondo attraverso una lettura innovativa che
evidenzi come il settore delle arti può produrre innovazione di
prodotto e di processo trasformando i metodi e la visione di
quello che è il processo produttivo e creando una nuova visione
della realtà, della capacità creativa, del ruolo che la
creatività ha nella società contemporanea".
Quindi il rapporto didattica-ricerca-produzione come si
declina nell'area delle arti? "La ricerca è sempre stata un po'
implementata all'interno del prodotto, una presenza nascosta
perché il prodotto ha avuto, anche per la sua capacità di
emergere, una prevalenza - ha affermato il direttore
dell'Accademia partenopea -. Oggi, invece, abbiamo bisogno di
recuperare la dimensione metodologica che c'è dietro ogni
prodotto realizzato perché essa permette due cose fondamentali:
la trasmissione dei saperi che avviene non soltanto attraverso
l'esercizio pratico ma anche attraverso uno di tipo
intellettuale/conoscitivo; il secondo elemento fondamentale, e
che noi dobbiamo recuperare, è che la conoscenza del metodo
produce una possibilità di modificare quel metodo stesso, quindi
trasformare il processo. Se noi non portiamo alla luce il
processo, esso rimane implicito nel prodotto nascosto, se invece
lo rendiamo visibile e comparabile possiamo produrre
quell'innovazione fondamentale di processo che ci serve a
confrontarci con la contemporaneità". In questo contesto si
parla di network di relazioni fra più istituzioni: "Un network
nazionale e internazionale fra istituzioni, Accademie e
Conservatori che sono di natura molto diversa e oggi possono
collaborare. Mi riferisco non solo a questo progetto ma a tutti
quelli del PNRR sull'internazionalizzazione. L'Accademia di
Belle Arti ha 8 progetti PNRRR non solo su questo settore ma
anche su altri di grande innovatività"
L'importanza di conservare la memoria e le tracce del lavoro
svolto é stata sottolineata dalla professoressa Zaira de
Vincentiis, docente di Costume nell'Accademia partenopea. "Il
progetto vuole analizzare artisti che hanno prodotto immagini in
un determinato periodo storico. Un'attività artistica e di
lavoro fiorita nell'ultimo trentennio con nuove strade
comunicative e con imponenza visiva - ha evidenziato la docente
- Si può dire che il momento storico lo chiedeva e le
artiste/costumiste hanno risposto con grande smalto. La
costumista è la sintesi di un pensiero che viene espresso in un
manufatto e che evoca un'idea comunicativa". Secondo la
costumista "ciò ha un peso specifico, un suo segno artistico e
ora si può rilevare, si può leggere con maggiore chiarezza.
Insomma, si può realizzare una lettura di stile artistico che si
è espresso in quegli anni". In questo quadro è emersa la
necessità di "documentare questi artisti per non lasciar cadere
nel vuoto la loro esperienza".
All'incontro, oltre alla professoressa de Vincentiis, hanno
partecipato, fra gli altri relatori, la costumista Giusy
Giustino, i registi Mariano Bauduin e Guido De Monticelli, e le
curatrici del progetto: le docenti dell'Accademia Marianna
Carbone, costumista, e Federica De Rosa, storico dell'Arte.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA