Un incremento che ha contribuito a rafforzare i consumatori italiani come i primi della classe in Europa, forti di 222 litri pro capite di "minerale" bevuta l'anno, ovvero 13,5 miliardi di litri in totale. Questi dati emergono da una ricerca sul settore delle acque confezionate prodotta dall'Area studi di Mediobanca.
Secondo Mineracqua il fatturato delle aziende del settore è
pari 2,9 miliardi di euro, secondo Mediobanca (che considera
anche le bibite) è a 3,8 miliardi. Nel 2015 oltre il 39% delle
concessioni prevedeva un canone svincolato dalla quantità di
acqua emunta. Il Mef quantificava nel 2016 gli introiti
complessivi da canone in 19,4 milioni di euro, di cui l'86,1%
legato all'acqua emunta, per un valore medio di 1,16 euro a
metro cubo. Nel 2015 i canoni di concessione erano pari allo
0,79% dei costi complessivi delle società imbottigliatrici e
allo 0,68% del loro fatturato.
La seconda nazione europea per consumo pro capite è la Spagna
con 174,9 litri. La Germania è terza (167,7 litri), il
Portogallo è quarto (140,1 litri), l'Ungheria quinta (138,8
litri). La nazione con il consumo di acqua imbottigliata pro
capite più bassa è la Norvegia (9,3 litri). La Svezia è a 10
litri annui, la Finlandia a 17 e la Danimarca a 19,6 litri. Il
consumo medio europeo è di 142 litri l'anno.
L'acqua italiana in Gdo ha il prezzo medio al litro meno caro
tra i grandi mercati europei: 20 centesimi contro i 36 centesimi
della Germania e i 30 centesimi della Francia. Solo la Spagna,
con 22 centesimi al litro, si avvicina ai prezzi italiani.
L'Italia è il secondo esportatore europeo dietro la Francia,
che manda nel mondo acqua in bottiglia per 830 milioni di euro.
In Italia oltre i due terzi dell'acqua consumata è "liscia", e
l'acqua minerale è il 76% del totale di bevande analcoliche
consumate. I soft drinks sono il 20% circa e i succhi di frutta
non arrivano al 4%. (ANSA).