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>ANSA-BOX/Siccità, Toscana sogna 'bicchiere' in Val d'Orcia

Progetto invaso Pienza-Radicofani bloccato da 1986 può ripartire

Redazione ANSA SIENA
(ANSA) - SIENA, 15 LUG - La siccità riporta a galla 25 anni dopo dallo stop il progetto di un grande 'bicchiere' per combattere la penuria idrica in Toscana, un ampio invaso artificiale tra Pienza e Radicofani (Siena), in Val d'Orcia.

Ideato negli anni '70 per tenere 10 mln di metri cubi d'acqua, ora se ne riparla nel dibattito pubblico per una riserva potenziale di cinque volte più grande, da 50 milioni di metri cubi. All'epoca però i lavori furono bloccati, nel 1986, per ragioni ambientaliste (l'opera avrebbe alterato il microclima, fu contestato). E invece quest'opera dimenticata potrebbe dissetare bene la Toscana meridionale, agricoltura compresa, un po' come adesso Firenze e la sua provincia si stanno salvando dalla siccità grazie al lago artificiale di Bilancino, nel Mugello (capacità 69 mln mc).

"Il cambiamento climatico adesso ci fa vedere l'invaso di San Piero in Campo con occhi diversi. Considerato che parte delle opere vennero già realizzate, la cosa sensata da fare sarebbe quella di portare a termine l'intervento e avere una cospicua riserva d'acqua disponibile - spiega il sindaco di Radicofani (Siena) Francesco Fabbrizzi - Oggi siamo tornati ad una volontà di intenti, ma è chiaro che se dovessero esserci le risorse, si potrebbe iniziare a discutere del progetto".

Fabbrizzi è fiducioso sulla possibilità, di portare a termine i lavori della diga di San Piero in Campo che in parte insiste nel comune di Ghino di Tacco e in parte in quello di Pienza.

Progettata tra il 1970 e il 1976, i lavori per costruirla furono voluti da un consorzio di bonifica di cui facevano parte i Comuni di Pienza, Castiglione d'Orcia, Radicofani, San Quirico d'Orcia, Montepulciano e Chianciano Terme. Doveva essere invaso a servizio dell'agricoltura e di quei comuni, per una capacità stimata di 10,7 milioni di metri cubi d'acqua. Ma nel 1986 i lavori furono bloccati sia per motivi economici sia anche per la nascita, nell'opinione pubblica, della convinzione che si sarebbe creata un'incompatibilità ambientale dell'opera idraulica con il microclima consolidato della valle. Oggi, dopo 36 anni, la diga, sotto la competenza del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud potrebbe essere ampliata, terminata ed entrare effettivamente a regime. C'è ancora la parte prevalente già costruita, le armature in cemento che disegnano l'invaso: per completarlo basterebbe fare lo sbarramento a valle. La Toscana d'altronde si starebbe attrezzando per realizzare invasi a partire dal 2023 e ogni opera dimenticata potrebbe ritrovare un nuovo e più ampio consenso. (ANSA).

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