La storia d'amore di Dindim il pinguino che ogni anno percorre ottomila chilometri per tornare sulla stessa spiaggia di un villaggio del Brasile. In quella spiaggia vive un pescatore di 71 anni, Joao Pereira de Souza, che nel 2011 lo trovo' in fin di vita sporco di catrame. Il pescatore impiegò una settimana per ripulire tutte le piume e alcuni mesi per rimetterlo in forze.
Lo chiamò Dindim e lo restituì al mare. Da quel giorno, ogni estate il punguino torna su quella spiaggia e si lascia avvicinare solo dal suo salvatore.
La vicenda raccontata nei particolari dall'Indipendent, ripresa oggi sulla prima pagina de La Stampa: 'Un pinguino per amico', un suono stridulo che Dindim emette tutte le volte che riconosce Joao, un inno alla gioia.
Un comportamento, quello del pinguino, che "è un caso eccezionale" e che comunque si può spiegare con la "combinazione di due fattori", spiega l'etologo Enrico Allevi, accademico dei Lincei. "E' un tipo di attaccamento" quello al pescatore, "che si crea come se egli fosse un genitore, perchè nella mente del pinguino c'è spazio per qualcuno che è un genitore che può provocare attaccamento". Ma soprattutto, aggiunge Allevi, Dindim torna ogni anno nello stesso posto ricordandolo come quello "in cui è stato accudito, ritenuto buono anche per allevare i figli".
L'etologo, tuttavia, si chiede se anche la fotografia che circola sul web ritragga davvero Dindim. "I pinguini si rirpoducono facilmente negli zoo - spiega - alcune specie sono facili da allevare in cattività e quindi è facile anche 'costruire' artificialmente un'immagine". Comunque, conclude l'etologo, "sia i mammiferi sia alcune specie di uccelli come i pappagalli e i corvidi hanno una parte empatica" che quindi consente di comprendere stati d'animo fra loro. I cani e i cavalli hanno una parte che si è trasformata in empatica".