Il ghepardo, il mammifero più veloce della Terra, predatore di gazzelle e impala capace di sfrecciare da zero a 70 Km/h in tre secondi raggiungendo anche i 110 orari, è sempre più a rischio di estinzione a causa di 'nuove' rotte di traffici illeciti di cuccioli che dal Nord Africa arrivano nel Golfo Persico. L'allarme viene da Laurie Marker, la zoologa americana soprannominata "la donna che sussurra ai ghepardi" per l'impegno profuso nella difesa di questa specie attraverso il Cheetah Conservation Fund, che ha fondato in Namibia nel 1990. "Dei 100mila esemplari presenti in natura all'inizio del secolo scorso, oggi ci sono appena settemila esemplari", ha detto la zoologa dal Parco Natura Viva di Bussolengo dove ieri ha festeggiato con il pubblico e i tre ghepardi Teo, Duma e Mookane i 25 anni del suo impegno per la tutela di questa specie che attualmente è estinta in 20 Paesi del mondo. Lurie Marker vive ancora oggi in Namibia, con il suo staff e con 34 ghepardi orfani, non più abili a vivere liberi. Cuore dell'attività della Fondazione è l'allevamento di cani Pastore dell'Anatolia, poi donati agli allevatori africani perché proteggano il bestiame anche dai ghepardi. Con questo sistema, in vent'anni il numero di questi felini uccisi dall'uomo è sceso dell'80%.
Secondo la zoologa americana, la rotta dei "nuovi" traffici illeciti di cuccioli "è molto preoccupante" e "si aggiunge ad una situazione già molto difficile". "Ogni anno 300 piccoli di ghepardo strappati alle madri ogni anno, vengono immessi nelle rotte del traffico illecito verso Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi". "Con una buona propensione al rapporto con l'uomo - spiega la Marker -, i cuccioli di ghepardo vengono allevati alla stregua degli animali domestici nelle case dei ricchi possidenti, per indicarne lo status symbol. Si tratta di animali molto delicati: quelli che riescono ad arrivare fin lì, vivono una vita di stress che ne dimezza le possibilità di sopravvivenza. La corsa per la sopravvivenza del ghepardo stavolta dipende da tutti noi", conclude.