Lo rende noto
la Lav nel ricordare che Unione Europea e Australia stanno
negoziando da luglio 2018 un Accordo commerciale che si prevede
includa disposizioni sulla cooperazione in materia di Benessere
degli animali.
L'Unione Europea, ricorda la Lav, "è il principale mercato
australiano per le esportazioni di prodotti derivati dai
canguri, quali pelli e carni.
I principali importatori di carne
di canguro, destinata alla produzione di alimenti per animali
domestici, ma anche al consumo umano sono Belgio, Germania,
Paesi Bassi e Francia, mentre i principali importatori delle
loro pelli, pellami e cuoio sono Italia e Germania".
Nel corso di un webinar l'eurodeputata Manuela Ripa ha
spiegato che "la politica commerciale dell'Ue deve garantire
l'ottenimento di impegni in materia di benessere degli animali
dai nostri partner", aggiungendo che "la valutazione
dell'impatto sulla sostenibilità di questi negoziati ha rivelato
che qualsiasi Accordo commerciale andrà ad incentivare il
settore della carne di ruminante in Australia, il che aggiungerà
ulteriore pressione sulla biodiversità. Questo non è
accettabile".
Da un anno la Lav "è attivamente impegnata nel contrastare la
mattanza di canguri in Australia", riuscendo ad ottenere
"l'impegno di aziende globali come Diadora, Versace, Prada,
Ferragamo a non utilizzare più pelli di canguro. Dalle nostre
Istituzioni invece non abbiamo ancora avuto alcun riscontro, e
per questo rinnoviamo l'appello al Governo Italiano affinché
introduca il divieto all'import di prodotti derivati dai canguri
- dichiara Simone Pavesi, responsabile Lav Area Moda Animal Free
- e da oggi, insieme ad Eurogroup, rivolgiamo la stessa istanza
anche alla Commissione Europea".
"La crisi del Covid-19 ha dimostrato l'urgente necessità di
rivalutare il nostro rapporto con gli animali selvatici. La
caccia commerciale ai canguri rappresenta un'industria
particolarmente antigienica e crudele, che non rispetta gli
standard sanitari e di benessere animale europei. È tempo che
l'UE affronti questi problemi introducendo un divieto
all'importazione", ha concluso Reineke Hameleers, ceo Eurogroup
for Animals. (ANSA).