Garantire le migliori possibili condizioni di vita alle grandi scimmie negli zoo italiani: è l'obiettivo di Jane Goodall, massima esperta mondiale di scimpanzè e Messaggera di Pace dell'Onu, che con la Jane Goodall Institute Italia (Jdi) ha inviato ai ministeri competenti una proposta per garantire criteri minimi per la gestione in cattività delle grandi scimmie antropomorfe negli zoo del BelPaese. La celebre etologa britannica (che ha firmato la proposta assieme alla presidente del Jdi Daniela De Donno) punta a integrare il Decreto Legislativo 21 marzo 2005 n. 73 sulla custodia degli animali selvatici negli zoo. Una proposta che punta a salvaguardare scimpanzé, gorilla e oranghi ospitati nei giardini zoologici italiani.
"Si tratta degli esseri viventi più simili a noi - si legge in una nota del Jdi - di specie che hanno un'intensa vita relazionale ed emotiva, differenti personalità, comportamenti complessi e coscienza di sé. Quello degli zoo è un tema spesso controverso, ma è la stessa Jane Goodall a chiarire che la vita in cattività a volte può essere un'alternativa alla permanenza in natura".
Tra i requisiti minimi proposti dal Jane Goodall Institute Italia per l'assistenza delle grandi scimmie negli zoo italiani ci sono recinzioni con caratteristiche e dimensioni adeguate; ambienti idonei dal punto di vista della temperatura, dell'umidità, della ventilazione e dell'illuminazione; l'isolamento dalle fonti di rumore. Inoltre, trattandosi di animali con una spiccata socialità, in cattività deve essere fatto uno sforzo per ricreare gruppi che riflettano la situazione in natura, per salvaguardare il benessere fisico e psicologico degli animali e per facilitare comportamenti appropriati alla specie. Un individuo non dovrebbe mai essere isolato dal gruppo (se non per ragioni mediche), così come i piccoli non dovrebbero mai essere separati dalle madri senza un valido motivo. Le scimmie, poi, non dovrebbero mai entrare in contatto fisico con i visitatori. Particolare attenzione, poi, dovrebbe essere dedicata alla sicurezza sanitaria. Le Grandi Scimmie, infatti, sono sensibili a molte malattie umane.