Sono questi gli obiettivi principali della campagna appena
lanciata da Fondazione Cave Canem, attraverso una petizione
online, per "contrastare il business legato ai canili rifugio".
La vice presidente della Fondazione, Federica Faiella,
afferma che spesso l'affidamento è stato fatto "secondo il
criterio del massimo ribasso o purché il prezzo fosse inferiore
o, al massimo, pari a quello a base d'asta prevedendo quotazioni
che oscillano tra 1,73 euro giornaliero per cane e 2,70 euro al
giorno a cane (Iva esclusa) importi totalmente insufficienti a
garantire l'erogazione di servizi qualitativamente elevati a
favore di animali già costretti a patire la condizione di
costrizione in un contesto detentivo quali sono i canili
rifugio".
L'Autorità Nazionale Anticorruzione, riprendendo una
nota del ministero della Salute, già nel 2016 ha dichiarato di
ritenere appropriato che il Comune preveda un importo
oscillante, approssimativamente, tra 3,50 e 4,50 euro
giornalieri per cane.
Spesso, spiega la Fondazione in una nota, "le strutture che
si aggiudicano il servizio si trovano molto distanti dal
territorio del Comune che ha bandito la gara: questo vuol dire
che i cani coinvolti sono prelevati dal luogo, anche se non
perfetto, in cui sono nati e cresciuti, spesso strappati alle
cure amorevoli dei volontari, costretti a un viaggio di
centinaia di chilometri in uno spazio angusto di un furgone, per
poi essere 'scaricati' nei box della struttura di arrivo, nella
maggior parte dei casi senza poter più uscire da lì". (ANSA).