La Russia torna alla carica per estendere la propria influenza sull'Artico. A distanza di 14 anni da una prima richiesta simile, Mosca ha inviato all'Onu una nuova istanza perché le sia riconosciuto il controllo di 1,2 milioni di chilometri quadrati di Artico. L'Artico appare di grande interesse strategico per Mosca: appena qualche giorno fa il vicepremier Dmitri Rogozin lo ha definito - assieme all'Atlantico - una priorita' della nuova dottrina navale approvata da Putin. Ma e' anche ricchissimo di giacimenti di gas e petrolio che potrebbero essere esplorati e sfruttati con il progressivo scioglimento dei ghiacci causato dai cambiamenti climatici. Inoltre, se vedesse accolta la sua richiesta dalle Nazioni Unite, la Russia potrebbe anche estendere i propri diritti di sfruttare le risorse naturali sino a 350 miglia marine dalla costa anziche' le 200 attuali. La corsa del Cremlino all'Artico e' cominciata nel 2001, quando Mosca per la prima volta presento' all'Onu una richiesta formale di riconoscere l'appartenenza alla Russia della dorsale montuosa sottomarina di Lomonosov, sostenendo che essa e' la continuazione della sua piattaforma continentale e per questo parte del territorio russo. Una richiesta che cerco' di avallare con una spedizione scientifica nell'estate del 2007, che consenti' anche di piantare il tricolore russo a 4.000 metri di profondita' sotto il Polo Nord. Secondo il ministero degli Esteri di Mosca, ''come fondamento dei diritti della Russia in quest'area e' stato usato un numero enorme di dati scientifici'' che ''sono stati raccolti in molti anni di ricerche nell'Artico''. A disputarsi l'Artico sono pero' anche altri Paesi che vi si affacciano: il Canada, la Danimarca, la Norvegia, e gli Usa.