Come una pentola d'acqua che richiede un po' di tempo per arrivare a ebollizione, ma che poi continua a bollire finché sta sul fuoco, così la Terra satura di CO2 continuerà a mostrare gli effetti del cambiamento climatico anche se in un prossimo futuro cesseremo di emettere gas serra. Tali effetti proseguiranno per millenni, e tra questi l'innalzamento del livello del mare, che potrebbe salire di decine di metri ingoiando coste e intere isole, fino a cambiare i contorni delle terre emerse. A tracciare questo scenario è uno studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change e capitanato da Peter Clark dell'università dell'Oregon, tra gli scienziati che studiano il clima su mandato dell'Onu nell'Ipcc.
Gli esperti sono andati a ritroso di 20mila anni, prendendo in esame dati sulla CO2, le temperature e il livello dei mari per guardare a un futuro molto lontano, da qui a 10mila anni. Se l'aumento delle temperature mondiali sarà contenuto entro i 2 gradi centigradi sopra i livelli preindustriali come deciso nell'accordo di Parigi sul clima, nell'arco dei prossimi due millenni gli oceani potrebbero salire di 25 metri andando a colpire 1,3 miliardi di persone, e cioè la popolazione che attualmente risiede in aree che verrebbero sommerse. Sott'acqua finirebbero città Come Londra, New York e Shanghai, insieme a una miriade di piccole isole. Se il termometro crescesse di 7 gradi, il mare si impennerebbe di 50 metri.
"Gran parte della CO2 che stiamo immettendo in atmosfera bruciando i combustibili fossili resterà nell'aria per i prossimi millenni", dice Clark. "Le persone devono capire che gli effetti del cambiamento climatico sul pianeta non andranno via, almeno per centinaia di generazioni".
Alla luce di ciò, gli accordi su una riduzione anche consistente delle emissioni non sono sufficienti. "Per risparmiare alle future generazioni gli effetti peggiori del cambiamento climatico - sottolinea Clark - l'obiettivo deve essere zero emissioni, o anche emissioni negative, il prima possibile".