Le ondate di calore eccezionali rischiano in futuro diventare appuntamenti abituali. Quei periodi di caldo soffocante che durano almeno tre giorni e in genere avvengono una volta ogni vent'anni, infatti, potrebbero trasformarsi in eventi annuali nel 60% del Pianeta entro il 2075, se le emissioni di gas serra proseguissero indisturbate.
L'allarme arriva da uno studio finanziato dal Dipartimento Usa dell'Energia e pubblicato sulla rivista Climatic Change.
Il problema non è solo la frequenza, ma anche l'intensità.
Senza tagli alle emissioni, un'ondata di calore nel 2050 potrebbe far segnare sul termometro almeno tre gradi in più nel 60% delle terre emerse, e 5 gradi in più nel 10% della Terra.
"Sono gli eventi estremi che impattano sulla salute delle persone. Questa settimana potrebbero esserci due gradi in più della settimana scorsa, e non importerebbe", osserva Michael Wehner del Lawrence Berkeley National Laboratory. "Ma pensiamo al giorno più caldo che ricordiamo, immaginiamo che invece di 42 gradi siano 45: le conseguenze sono pericolose per i poveri, gli anziani e i bambini".
Nei prossimi decenni le ondate di calore saranno inevitabilmente più rischiose, evidenziano gli esperti, ma qualcosa si può fare per attenuarne la portata. Con misure stringenti di riduzione della CO2, solo il 18% delle terre emerse in futuro dovrà fare i conti con ondate di calore a cadenza annuale.
"Lo studio dimostra che i tagli aggressivi alle emissioni di gas serra si tradurrebbero in benefici considerevoli, a partire dalla metà del secolo, sia per numero che per intensità delle ondate di calore", spiega Claudia Tebaldi del National Center for Atmospheric Research. "Anche se le ondate di calore sono in aumento, abbiamo ancora tempo per evitare gran parte dei loro impatti".