E' altamente improbabile che si riesca a contenere l'aumento medio della temperatura globale entro 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, l'obiettivo più ambizioso fissato dall'Accordo sul Clima di Parigi (l'obiettivo principale è rimanere entro i 2 gradi). Come racconta il quotidiano britannico Guardian, lo scetticismo è il sentimento prevalente fra gli studiosi riuniti in questi giorni all'Università di Oxford, in Inghilterra, per una conferenza internazionale dal titolo "1,5 gradi: affrontare le sfide dell'Accordo di Parigi".
"Al momento abbiamo pochi scenari che ci portino a questo risultato (l'aumento entro 1,5 gradi, n.d.r.), e sono scenari anomali", ha commentato Valerie Masson-delmotte, ricercatrice sul clima presso l'Institut Pierre-Simon Laplace di Parigi.
Per Jim Hall, direttore dell'Environmental Change Institute di Oxford, "la brutta notizia è che siamo già a due terzi della strada per arrivare lì (al limite di 1,5 gradi, n.d.r.). Le temperature medie nel 2015, l'anno più caldo mai registrato, sono state già di 1 grado più alte rispetto a 150 anni fa".
"Potremmo vedere il primo anno con temperature medie di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali nel giro di un decennio", ha commentato il responsabile delle ricerche sul clima al Met Office Hadley Centre in Inghilterra, Richard Betts.
Alcuni scienziati, riferisce il Guardian, pensano che sia stato uno sbaglio fissare un obiettivo a +1,5 gradi. "C'è il rischio che sia una distrazione - ha detto il vicedirettore del Tyndall Centre for Climate Research in Inghilterra -. Il pericolo è che ci porti a guardare a soluzioni geoingegneristiche, piuttosto che a una decarbonizzazione profonda".
Le soluzioni geoingegneristiche sono sostanzialmente lo stoccaggio sotto terra dell'anidride carbonica: un sistema rapido per ridurre i gas serra, ma che per molti potrebbe rallentare il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili.