I provvedimenti del governo Renzi vanno contro gli obiettivi dell'Accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di gas serra. E' questa l'accusa lanciata da due ong ambientaliste, A Sud e Centro Documentazione Conflitti Ambientali (CDCA), in un rapporto dal titolo "L'Italia vista da Parigi", presentato oggi alla Camera.
"Le politiche del governo Renzi sono in assoluto contrasto con gli obiettivi di decarbonizzazione dell'Accordo di Parigi - dice Marica Di Pierri, presidente di Cdca -. La riduzione degli incentivi al fotovoltaico, per giunta retroattiva, ha portato a una crollo nella realizzazione di nuovi impianti, dai 200.000 del 2012 ai 40.000 del 2014. Gli incentivi avevano portato a un record negli impianti solari dal 2004 al 2013". Lo Sblocca Italia "disegna politiche di sviluppo obsolete", prosegue Di Pierri, prevedendo "l'ampliamento delle estrazioni di combustibili fossili".
Il rapporto sostiene che, su 29 miliardi di euro di investimenti per nuove infrastrutture, il 47% sono per autostrade e aeroporti, cioè per trasporti a forte emissione di gas climalteranti. "Il governo ha previsto una nuova centrale a carbone nel Sulcis, con contributi per vent'anni - ha detto Di Pierri -. Inoltre vuole costruire 12 nuovi inceneritori, per bruciare 1.831.000 tonnellate di rifiuti in più, aumentando le emissioni di CO2".
La presidente di CDCA sottolinea che l'Italia, alla Conferenza sul clima di Marrakech Cop22 (che si apre oggi), "non avrà diritto di voto alla CMA1", l'assemblea dei paesi che hanno ratificato l'accordo e che dovrà prendere le decisioni importanti, ma "sarà solo un osservatore". Questo perché, afferma, "ha votato la ratifica da meno di un mese".