Tra il 1980 e il 2015 l'Italia ha subito danni per 64,9 miliardi di euro a causa di eventi climatici estremi. Tra i 33 paesi dello spazio economico europeo (See), la Penisola ha registrato le perdite economiche più ingenti ed è il secondo per numero di vittime, oltre 20mila, dopo la Francia (23mila). E' quanto emerge dal rapporto sull'adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio da disastri nell'Ue, pubblicato martedì dall'Agenzia europea per l'Ambiente. Nel rapporto si indica inoltre il Nord Italia come una delle aree che in futuro potrebbero vedere aumentato il rischio alluvione, insieme alle isole britanniche e all'Europa occidentale.
Danni in Europa per 450 miliardi. Le perdite economiche totali riportate a causa degli eventi climatici estremi nei 33 Paesi dello spazio economico europeo (See) nel periodo 1980-2016 sono ammontate a oltre 450 miliardi di euro. Il calcolo è della Agenzia europea per l'Ambiente, che martedì ha presentato al Comitato delle Regioni il rapporto sull'adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio da disastri nell'Ue. La maggior parte dei danni è stata causata dalle inondazioni (40%), seguite da tempeste (25%), siccità (circa il 10%) e ondate di calore (circa il 5%). La copertura assicurativa di tutti questi rischi è in generale circa del 35%. Le ondate di calore, secondo quanto emerge dal rapporto, sono il fenomeno più pericoloso perché è quello che fa più vittime, soprattutto tra le fasce sociali vulnerabili, come gli anziani. Questo perché l'effetto delle ondate di calore si combina con l'inquinamento atmosferico aggravando malattie respiratorie e cardiovascolari.