ROMA - Un gruppo di 145 scienziati italiani (geologi, geofisici e studiosi del clima) ha presentato una petizione al Capo dello Stato, al presidente del consiglio e ai presidenti delle Camere, sostenendo che non esiste un consenso scientifico sull'origine umana del riscaldamento globale, che questo è un fenomeno che si è verificato anche in passato per cause naturali, che non c'è una emergenza climatica e che le politiche di riduzione delle emissioni sono inutili per governare il clima e negative per lo sviluppo economico.
Tra i firmatari dell'appello ci sono Franco Prodi, docente di Fisica dell'Atmosfera, Renato Ricci, già presidente delle Società di Fisica italiana ed europea) e il fisico Antonino Zichichi. I 145 scienziati italiani aderiscono ad un documento sottoscritto da 500 ricercatori di tutto il mondo dal titolo "Non c'è una emergenza climatica".
"Il riscaldamento globale antropico - scrivono i firmatari - è una congettura non dimostrata e dedotta solo da alcuni modelli teorici climatici. La letteratura scientifica recente ha messo sempre più in evidenza l'esistenza di una variabilità climatica naturale legata soprattutto ai grandi cicli millenari, secolari e pluridecennali dell'attività solare e della circolazione oceanica, che sono stati responsabili di altri periodi caldi degli ultimi 10.000 anni".
Per i firmatari, "il cosiddetto consenso scientifico a favore del contributo antropico non sussiste, essendovi invece una notevole variabilità di opinioni tra gli specialisti del settore, climatologi, meteorologi, geologi e geofisici".
"E' scientificamente poco realistico - prosegue l'appello - individuare nelle emissioni umane praticamente l'unica causa del riscaldamento osservato dal secolo passato ad oggi e, quindi, le previsioni allarmistiche per il prossimo futuro dedotte da modelli climatici proponenti tale ipotesi non sono credibili".
"Posta la cruciale importanza che hanno i combustibili fossili per l'approvvigionamento energetico dell'umanità - conclude l'appello -, suggeriamo che non si aderisca a politiche di riduzione acritica della immissione di anidride carbonica in atmosfera con l'illusoria pretesa di governare il clima".