Non è dovuto al cambiamento climatico, secondo gli scienziati dell'Australian Antarctic Division, il distacco di un gigantesco iceberg di 315 miliardi di tonnellate dalla calotta di ghiaccio in Antartide orientale.
Il distacco dell'iceberg tabulare chiamato D28 dalla calotta polare Amery, osservato da satelliti europei e Usa giovedì scorso, ha una superficie di 1636 kmq, più di una grande metropoli come Sydney, e uno spessore di circa 210 metri.
In un comunicato l'Australian Antarctic Division spiega che il distacco è parte del normale ciclo delle calotte polari. La calotta Amery si trova tuttavia fra due stazioni di ricerca australiane e il distacco causerà difficoltà per la navigazione e per le operazioni di rifornimento delle due stazioni. "Non crediamo che questo evento sia legato al cambiamento climatico" ha detto Helen Amanda Fricker dello Scripps Institute of Oceanography.
Il distacco dell'iceberg dalla calotta antartica "è parte del normale ciclo della calotta polare in cui osserviamo eventi maggiori di distacco ogni 60-70 anni", secondo l'esperta, che spiega come le calotte polari "devono perdere massa perché guadagnano massa e devono restare delle stesse dimensioni".
L'aumento di massa viene dalla neve che cade sul continente e dai ghiacciai che si muovono lentamente verso la costa.
L'iceberg non avrà impatto sui livelli marini poiché già galleggiava, spiega il glaciologo della Divisione Antartica Ben Galton-Fenzi. "Sarà tuttavia interessante vedere come la perdita di questa massa di ghiaccio avrà effetto sullo scioglimento sotto la calotta polare e sui tempi con cui il ghiaccio si stacca dal continente", aggiunge.