Il 2020 non è iniziato con il piede giusto dal punto di vista climatico: i primi 4 mesi dell'anno sono stati segnati da temperature superiori alla norma a livello nazionale, tanto da rendere l'anno in corso uno dei più caldi per l'Italia. Lo rivela l'analisi delle anomalie realizzata da Simone Abelli, meteorologo di IconaMeteo. Sul fronte delle precipitazioni, il periodo gennaio-aprile risulta poco piovoso in modo abbastanza uniforme in tutto il territorio: all'appello manca un terzo della pioggia con 21 miliardi di metri cubi di pioggia in meno rispetto alla media. "I calcoli - spiega Abelli - confermano un'anomalia termica decisamente elevata (+1,3 gradi) che al momento mantiene il 2020 fra gli anni più caldi della serie storica, mentre il deficit pluviometrico si assesta a -34%, con una distribuzione abbastanza uniforme in tutto il territorio, che corrisponde a 21 miliardi di metri cubi di pioggia in meno rispetto alla media". Abelli analizza poi le cause dei due fenomeni. "Per quanto riguarda in particolare il mese di aprile - rileva - il Vortice Polare stratosferico ha completato la sua definitiva transizione nella modalità anticiclonica tipica del semestre caldo boreale attraverso un ultimo riscaldamento (final warming) cominciato nella seconda metà di marzo, con conseguente graduale indebolimento del vortice stesso, fino alla completa inversione dei venti zonali fra gli ultimi giorni di aprile e i primi di maggio. Anche sotto questo aspetto, quindi, rileva Abelli, si può considerare avviata la stagione calda. In definitiva, conclude il meteorologo di IconaMeteo, "la stagione primaverile ancora in corso evidenzia anomalie dello stesso segno di quelle del mese di aprile, ma più contenute a causa del mese di marzo più piovoso della media e solo leggermente più caldo del normale".