Sono crollati del 24% i livelli del Po a fine luglio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno mentre i maggiori laghi del nord che servono a dissetare i campi della pianura padana, dove si produce un terzo del Made in Italy agroalimentare nazionale, sono in affanno su valori ben al di sotto della media, mentre sono in forte deficit da mesi i bacini del centro-sud. E' quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti in riferimento all'ultima ondata di caldo africano con temperature fino a 40 gradi che sta investendo l'Italia da nord a sud con gli agricoltori che si preparano a irrigazioni di soccorso per salvare le colture in campo.
"Il Po al Ponte della Becca (Pavia), alla confluenza con il Ticino, è crollato a 2,84 metri sotto lo zero idrometrico - evidenzia la Coldiretti - e l'Autorità di bacino ha evidenziato il rischio di un apporto idrico non sufficiente per le colture.
Intanto - continua la Coldiretti - la riduzione delle portate del fiume ha provocato un aumento della risalita dell'acqua salata del mare verso l'interno del delta aggravando il rischio di inaridimento dei terreni." "In un Paese comunque piovoso come l'Italia che per carenze infrastrutturali trattiene solo l'11% dell'acqua, occorre un cambio di passo nell'attività di prevenzione", dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che "bisogna evitare di dover costantemente rincorrere l'emergenza con interventi strutturali". Il primo passo è "la realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica, per questo - conclude Prandini - abbiamo ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti la messa in cantiere di una rete di circa mille laghetti nelle zone di media montagna da realizzare senza cemento e da utilizzare per la raccolta dell'acqua da distribuire in modo razionale in primis ai cittadini, quindi all'industria e all'agricoltura".