"Francamente capisco che il grado e mezzo di riscaldamento globale al 2030 e l'uscita dal carbone proposti al G20 da Europa, Stati Uniti, Canada e Giappone, abbiano provocato un po' di paura a Cina e India, perché non è solo una scelta climatica, ma socio-economica-politica". Così il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, sabato all'Università di Genova a una tavola rotonda, interviene sul mancato accordo sui due punti al G20 sull'Ambiente.
"Cina e India ci hanno detto che la decisione la vogliono rimandare al G20 dei Capi di Stato, mi sembra una risoluzione molto ragionevole -. afferma Cingolani -. Francamente capisco che per grandissimi Paesi, con miliardi di abitanti, cambiare il modello produttivo ed energetico è una roba molto grossa".
"Il fatto che tutte le nazioni, anche quelle più grandi e complesse, abbiano detto che l'Accordo di Parigi va confermato, è di per sé la notizia migliore -, conclude il ministro -. I due punti controversi vanno spostati al livello dei capi di Stato, perché i ministri della Transizione ecologica o dell'Ambiente non potevano decidere la politica industriale di un Paese".