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Associazioni, governi agiscano subito contro possibile disastro climatico

Eliminare combustibili fossili e ridurre le emissioni entro questo decennio

Redazione ANSA

I risultati dell'ultimo rapporto dell'Ipcc trovano unanimi associazioni ambientaliste, scienziati, organizzazioni umanitarie, popoli indigeni di tutto il mondo nel suggerire ai governi "l'urgente necessità di un'azione per il clima" per fermare il "disastro verso il quale sta andando la Terra". Questo rapporto deve essere "come un campanello d'allarme per eliminare gradualmente i combustibili fossili e ridurre drasticamente le emissioni entro questo decennio", dice Climate Action Network International secondo cui "l'impiego massiccio di energie rinnovabili, gli investimenti nell'efficienza energetica e l'arresto della distruzione dell'ecosistema sono l'unica linea d'azione politica ovvia per un pianeta vivibile". Can International afferma inoltre che "è urgente un sostegno più forte per l'adattamento e le perdite e i danni, in particolare per le comunità vulnerabili nei paesi poveri". "Il rapporto è un momento importante in vista del G20 e della Cop26" afferma Manuel Pulgar-Vidal, Global Climate & Energy Lead del Wwf che sollecita "i leader mondiali a sfruttare ogni opportunità per fornire un'azione per il clima che risponda all'ambizione necessaria per garantire che l'obiettivo di 1,5 gradi dell'accordo di Parigi non sfugga alla sua portata". Nel rilevare che ormai ci sono "prove sufficienti" che siamo nel mezzo di una crisi a causa dei combustibili fossili, Kristina Dahl dell'Union of concerned scientist osserva che "la continua esitazione nell'affrontare il cambiamento climatico non riguarda più la mancanza di prove scientifiche, ma piuttosto la mancanza di volontà politica". Kaisa Kosonen, Senior Political Advisor, Greenpeace Nordic avverte: "Non lasceremo che questo rapporto venga archiviato da un'ulteriore inazione. Lo porteremo con noi in tribunale. Basta guardare alla recente vittoria in tribunale ottenuta dai gruppi della società civile contro la Shell per rendersi conto di quanto potente possa essere la scienza dell'Ipcc". E Doug Parr, Capo degli scienziati di Greenpeace Uk aggiunge che "questa non è la prima generazione di leader mondiali ad essere avvertita dagli scienziati sulla gravità della crisi climatica, ma è l'ultima che può permettersi di ignorarla. La crescente frequenza, portata e intensità dei disastri climatici che hanno bruciato e inondato molte parti del mondo negli ultimi mesi è il risultato della passata inerzia. A meno che i leader mondiali non inizino finalmente ad agire in base a questi avvertimenti, le cose andranno molto, molto peggio". Steve Trent, Ceo e fondatore della Environmental Justice Foundation, osserva che "se agiamo in modo ambizioso, con una base di giustizia ambientale, vedremo nuovi posti di lavoro, rivitalizzazione economica e rinvigorimento del nostro rapporto con il mondo naturale, rendendoci più felici e più sani". Alla Cop26 di Glasgow (31 ottobre-12 novembre prossimi) "i grandi inquinatori devono impegnarsi a ridurre le emissioni più velocemente, oltre a dare maggiore aiuto a coloro che non sono in grado di proteggersi dagli impatti climatici" dicono Nick Mabey, Chief Executive del think tank sul cambiamento climatico E3G e Teresa Anderson, Climate Policy Coordinator di ActionAid International.

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