Dall'Artico all'Antartico, dall'Australia al Giappone, dall'Indonesia al Pakistan passando per l'Europa oggi torna in piazza il movimento Fridays for future (Fff), con un "Global climate strike" che vuole coinvolgere tutto il mondo, non solo i giovani ispirati dall'attivista svedese per il clima Greta Thunberg ma persone di tutte le età e professioni, anche scienziati, che a tre anni dalla prima manifestazione continuano la lotta a difesa della Terra dal cambiamento climatico. Ma in questa occasione in molti protestano anche contro la guerra in Ucraina e contro tutte le ingiustizie sociali.
La voce dei Fff si è levata ad esempio per le strade di Melbourne o di New South Wales in Australia e Matarbari e Feni in Bangladesh con cartelloni di protesta contro le industrie dei combustibili fossili che danneggiano l'ambiente e le comunità locali, contro i politici che promettono ma non passano all'azione. Scientistsforfuture dall'Artico hanno postato su twitter una foto con uno striscione in cui dicono "Forniamo i fatti. E' tempo di agire", mentre dall'altra parte della Terra, alla stazione di Neumayer, la protesta avverte che "il ghiaccio dell'Antartide occidentale si sta sciogliendo troppo velocemente, dobbiamo dire basta ai combustibili fossili, pace e giustizia".
In Italia cortei in tante città con grandi bandiere della pace come a Roma o a Milano, dove i giovani urlano slogan contro slogan contro il Comune, Confindustria, il premier Draghi e il ministro della Transizione Ecologica, Cingolani. Lo striscione che apre il serprentone di persone a Napoli dice "Non vi stiamo chiedendo il futuro. Stiamo venendo a riprendercelo". E così ancora da Bari a Torino.