"Dopo il flop del quarto bando del DM FER1 (Decreto ministeriale fonti di energia rinnovabile, n.d.r.), anche il quinto si è rivelato un insuccesso, anzi una Caporetto. Secondo il prospetto riepilogativo pubblicato oggi dal GSE, i risultati sono stati addirittura peggiori rispetto a quelli del precedente bando: 297,7 MW di richieste in posizione utile rispetto a 2.461 MW di potenza incentivabile disponibili, appena il 12%, contro il 25% del quarto bando!". A comunicarlo è il Senatore Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega.
"A fronte di una palese inefficienza autorizzativa per gli impianti, non basta parlare di decreto Semplificazioni ma occorre vararlo con urgenza e con misure efficaci -, commenta Arrigoni -. È evidente che non sia possibile continuare in questo modo e che a meno di un intervento radicale ed efficace del nuovo decreto dovremo rassegnarci a dire addio agli obiettivi sulle rinnovabili della transizione energetica.
Ricordo infatti che per adeguarsi ai nuovi target di decarbonizzazione europei entro il 2030 l'Italia dovrà installare circa 70 nuovi GW di capacità. Gli operatori che vogliono investire chiedono inoltre certezze, occorre quindi lavorare per garantire una proroga di almeno di 2 anni del DM FER1, che di fatto è in scadenza ad ottobre".
Togni (Anev), Dl Semplificazioni è poca cosa. "Per le autorizzazioni ai nuovi impianti di energie rinnovabili, il Decreto Semplificazioni non riduce le procedure, ma taglia solo da 45 a 30 giorni i termini per un paio di pareri. Un risparmio di 30 giorni su di un processo autorizzativo che dura in media 5 anni e mezzo". Così il presidente dell'Anev, l'associazione delle imprese dell'eolico, Simone Togni, commenta con l'ANSA la bozza del Decreto Semplificazioni.
"Il problema vero per noi è il Ministero dei Beni Culturali, che blocca sistematicamente tutte le autorizzazioni, in nome della tutela paesaggistica - spiega Togni -. Noi chiedevamo che il parere dei Beni Culturali fosse obbligatorio solo dove ci fosse un vincolo ambientale. Oggi le Sovrintendenze danno pareri anche in assenza di questo vincolo. Questo passaggio non è stato eliminato. Anzi, nel DL Semplificazioni si prevede che la Valutazione di impatto ambientale (Via) sia concessa di concerto con il Mibac".
"L'unico intervento del Decreto sulle autorizzazioni agli impianti di rinnovabili non è di carattere procedurale - prosegue il presidente -. Su di un paio di passaggi, il termine viene ridotto di 15 giorni, da 45 a 30. Ma sono termini ordinatori, non perentori, che possono essere ignorati senza problemi. E comunque, su di un iter medio di 5 anni e mezzo (la Ue prevede 6 mesi), non risolvono nulla".
"All'Anev abbiamo calcolato che, con questa velocità di autorizzazioni, in Italia raggiungeremo l'obiettivo del 70% di rinnovabili fra 70 anni - conclude Togni -. Con queste innovazioni del Decreto Semplificazioni, forse ci arriveremo in 65".